Una manciata di luci bianche, quasi fisse, uno schermo enorme con visual rigorosamente in bianco e nero, 4 musicisti statici, bassista nell’ombra, tastierista immobile e batterista ‘mono ritmo’.
Questi sono i Cigarettes After Sex. Il chiacchierassimo gruppo (gestito da Greg Gonzales), probabilmente uno dei progetti più osannati del 2017, propone, in un Fabrique sold out, la sua wave, miscelando le atmosfere gotiche dei primi anni ’80 con lo slow core americano, e, a loro modo, fanno una cosa unica (il che non vuol dire che non si sentano le chiare influenze), il tutto trainato da una voce bellissima (anche live).
Suggestivi a dir poco, sono a mio avvisto un progetto importante, che lo siami o lo si odi (e infatti è il polarizzare gli stati d’animo un loro punto forte), perchè di fatto i brani sono tutti uguali, come piglio e atmosfera: nonostante io abbia ascoltato almeno 30 volte il disco, faccio ancora fatica a distinguere le canzoni e dal vivo, questo dettaglio, è ancora più accentuato. Non lo dico come critica, sia chiaro, ma come nota di merito. Pur con questa caratteristica sanno smuovere i sentimenti.
Comprendo chi non li tolleri o non li capisca, perchè davvero non ci sono vie di mezzo, e, tutto sommato, mi fa solo che piacere.
Chiaramente in setlist tutto l’album d’esordio e l’EP che lo ha anticipato, due bis striminziti e dopo un’oretta e qualcosa tutti a casa, ma come un concerto di speed metal, questa, alla velocità opposta, è la giusta durata.
Nota piacevolissima, un pubblico eterogeneo, ma con un’alta percentuale di giovanissimi, forse insolita per questo tipo di proposta.
Photo Credit: Mr. Rossi, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons