Il quindicesimo album in studio di Moby, “Everything Was Beautiful And Nothing Hurt”, in uscita il 2 marzo via Mute, si racconta in un deserto post-apocalittico con il Divino che ha abbandonato l’uomo. Le note stampa parlano infatti di una storia che spiega il disco. Mentre l’uomo moderno collettivo corre verso un futuro insostenibile, Moby isola l’individuo ed esplora le frustranti scelte distruttive fatte lungo il percorso. Tuttavia, queste scelte meritano anche compassione, visto che l’individuo prende decisioni che considera nel suo migliore interesse in quel preciso momento. Tenendo presente questo paradosso, Moby esplora l’individualità , la vulnerabilità , la fede e la frattura dell’umanità .
Dal punto di vista sonoro Moby si ispira al trip-hop di Bristol, a Smith & Mighty, al duo dub Sly & Robbie e al poliglotta francese Wally Badarou. Moby fa anche riferimento a “Hard Times” del cantante soul americano Baby Huey nel brano “Welcome to Hard Times”. Queste influenze si fondono per produrre un suono fluido con radici nel trip-hop, nel soul e nel gospel.
Ecco il video del singolo “Like A Motherless Child”:
“Everything Was Beautiful And Nothing Hurt” è stato registrato nello studio della camera da letto di Moby a Los Angeles durante la primavera e l’estate del 2017. Questa è la tracklist.
1. Mere Anarchy
2. The Waste of Suns
3. Like a Motherless Child
4. The Last of Goodbyes
5. The Ceremony of Innocence
6. The Tired and The Hurt
7. Welcome to Hard Times
8. The Sorrow Tree
9. Falling Rain and Light
10. The Middle is Gone
11. This Wild Darkness
12. A Dark Cloud is Coming