Il ritorno alla scena musicale mondiale di Torres porta su un nome, ovvero, “Three Futures”, un album pieno zeppo di sperimentazione e contaminazioni di ogni tipo che vede scontrasi tra di loro Daughter, XX ed una voce calda e sensuale che si snoda in ogni traccia del disco.
“Three Futures” è una continua stratificazione sonora tra elettronica e suoni chitarrosi che elevano il lavoro in studio ad un livello superiore rispetto all’esordio omonimo del 2013. L’album dimostra una buona maturità ed un sound più completo per quanto essenziale e consacra in un certo senso Torres in un olimpo musicale in cui regna probabilmente una delle sue muse ovvero PJ Harvey, i cui riferimenti sono evidenti ma non scontati. Seppur il disco riesce a tenere testa e sorpassare i suoi predecessori a livello di qualità intrinseca dei brani resta però una minuscola sensazione di amaro sul palato in quanto, da un’artista del genere con tutte le carte in regola per una grande carriera si ci aspetta qualcosa di più, magari un passo ancora più in avanti rispetto a ciò che “Three Futures” rappresenta.
In sostanza, il lavoro di Torres è un gran lavoro, con una marcia in più rispetto a ciò che prima contemplava il suo universo ma tutto ciò non basta per poter acclamare una nuova stella nascente e per poter dire: “Ecco, questo è ciò che mancava nel panorama musicale”. “Three Futures” fa ben sperare per i prossimi album che si auspica siano meno grezzi e più impreziositi da genialità , professionalità e guizzi che sinora sembra siano mancati, seppur, lo diciamo tranquillamente, il disco scorre piacevolmente e senza particolari intoppi. Tre sono i futuri che Torres si prospetta e siamo certi che la scelta giusta sarà fatta perchè seppur ancora giovanissima, si parla già di tanta, tantissima roba e carne al fuoco.
Photo Credit: Michael Lavine