La provincia di Mantova sta sfornando piccoli capolavori in questi ultimi anni, esempio tra tutti i già citati submeet, che con il loro gaze-punk si stanno ritagliando un piccolo pubblico di appassionati del genere. In questa recensione esploriamo la parte più “rock” delle campagne mantovane, dove echeggiano fuzz a profusione e voci distorte, sto parlando dei Bee Bee Sea, band della scena garage italiana già ben conosciuta da molti.
Dopo il loro omonimo album uscito nel 2015 e un Ep nel 2016, tornano in carreggiata con “Sonic Boomerang”, uscito nel novembre 2017: le loro influenze sono molto chiare fin da subito è si percepiscono già dalle prime canzoni, tra i primi lavori degli Oh Sees e King Gizzard & The Lizard Wizard fino a Ty Segall e Wavves, ma, non perdendo la loro peculiarità e la loro originalità , distinguendosi un po’ nel marasma garage che in questi ultimi anni ha intasato internet.
“Sonic Boomerang” non è un album perfetto, lo poteva diventare, ma ci sono degli “incidenti di percorso”, partendo dalle tracce che sono, a tratti, fin troppo lunghe, come ad esempio “D.I. Why Why Why”, che se fosse stata un po’ più corta sarebbe diventata un singolo perfetto (e non solo il buon brano che, in effetti, già è!) o gli assoli di chitarra, che non hanno struttura ben definita e non mi soddisfano affatto come accadeva nel loro album precedente, esempio tra tutte “No Fellas”. Ma capite che stiamo parlando di particolari, perchè il disco funziona!
I Bee Bee Sea stanno muovendo le acque un bel po’ stantie della scena garage italiana, e, piano piano, tra spintoni e calci stanno emergendo sempre di più anche in un contesto internazionale (cosa non certo facile): dimostrano di saper fare buona musica, poco ma sicuro, ma possono dare ancora di più. Il futuro è vostro ragazzi!