Abbiamo avuto il piacere di conoscere Claudio Conti, cantautore sardo il cui ultimo disco uscito per Seahorse sta facendo un bel giro tra webzine e radio di tutto il mondo, qui il risultato della nostra chiaccherata
Da dove nasce la tua passione per la musica ed il tuo progetto?
La musica è una parte integrante nella mia vita sin da quando avevo 5-6 anni, il primo ricordo sono sicuramente le sinfonie di Mozart a casa di mia nonna. Scrivo brani dall’età di 18 anni, iniziai con un registratore a cassetta Sony.
Quali sono i principali artisti che hanno influenzato il tuo sound?
Sicuramente i primi artisti che mi convinsero a voler creare musica sono stati i Doors quando avevo 12-13 anni. Oltre a loro sono tanti (sarebbero troppi quelli da nominare) gli artisti e le band che hanno influenzato il mio sound, accorciando di molto il cerchio citerei assolutamente Smiths, R.E.M., Love, Tim Buckley e Gram Parsons.
Sei stato diverse volte all’estero, quali differenze hai notato con il nostro Paese?
Negli Stati Uniti e in Inghilterra ci sono sicuramente più canali e vie per i musicisti per poter intraprendere un percorso artistico professionale con ambizioni a livello internazionale. In Italia, malgrado veniamo da 1000 anni di cultura artistica di altissimo livello purtroppo, non si riesce a creare quel tipo di possibilità sopratutto a causa di chi gestisce i beni culturali, relegando l’arte e la musica in una sfera di nicchia e impedendone la diffusione.
Raccontaci come è nato “Garnet Dusk”
“Garnet Dusk” è un disco crepuscolare che abbraccia gioie e dolori, odori e rumori di terra statunitense, un paese in cui torno ogni anno e che amo quanto il mio. Le situazioni e gli incontri che avvennero là nei due anni che ho vissuto tra Los Angeles e Chicago sono nel 95% dei brani di questo nuovo album. In “Garnet Dusk” niente è sogno e tutto è accaduto. E’ senza dubbio il disco di cui vado più fiero fino ad ora.
Nomina cinque cantautori italiani che ascolti di solito.
Luigi Tenco, Piero Ciampi, Umberto Bindi, Gino Paoli, Lucio Battisti.
Dove ti vedi tra dieci anni?
Voglio fare dischi e voglio che possano essere apprezzati e conosciuti in tutti e 5 i continenti.
Ascolta “Garnet Dusk”: