Non sorprende il fatto che “Excitable Boy” sia stato pubblicato in piena epoca punk: i testi dell’album più noto e rappresentativo di Warren Zevon sono talmente violenti, cinici e intrisi di umorismo nero da far passare uno come Johnny Rotten per uno scolaretto. Una vetrina di orrori e ombre che solo un cantautore con una storia personale come la sua poteva concepire. Figlio di un allibratore e sospetto killer della mafia losangelina che per i suoi 14 anni gli regalò una notte con una prostituta, Zevon ha trascorso buona parte della sua vita in bilico tra eccessi e fulminanti quanto fugaci lampi di genio in grado di garantirgli la stima di illustrissimi colleghi come Bob Dylan, Ry Cooder, Bruce Springsteen, Tom Petty e Jackson Browne. Fu proprio quest’ultimo a rimettere in carreggiata la carriera di Zevon che, dopo il flop dell’esordio “Wanted Dead or Alive” del 1969 e una parentesi come pianista per gli Everly Brothers, a metà  anni Settanta si era trasferito a Sitges, in Spagna, per lavorare in un pub di proprietà  di un ex mercenario chiamato David Lindell.

Circa dieci anni dopo aver contribuito in maniera determinante a dare il via alla carriera solista di una Nico orfana di Velvet Underground e Andy Warhol, Browne fece lo stesso per il cantautore di Chicago, assicurandogli un contratto discografico con la Asylum di David Geffen e producendo per lui gli album del ritorno sulle scene: l’omonimo datato 1976 e “Excitable Boy”, il lavoro della consacrazione uscito due anni più tardi. Difficile immaginare migliori biglietti da visita per presentare al grande pubblico il già  maturo Warren Zevon; un autore all’epoca costantemente in preda ai fumi dell’alcol ma con una precisa e personalissima idea di musica: un corposo rock venato di spunti folk, country e blues, legato alla migliore tradizione statunitense. A impressionare fu soprattutto l’enorme talento come paroliere: ogni suo brano racconta una storia diversa, attraverso vicende e personaggi che una decina di anni fa Bruce Springsteen definì divertenti e allo stesso tempo carichi di significati importanti. Lo sguardo di Warren Zevon sul mondo è cinico e spietato, intelligente e divertente; è il gusto per il grottesco, l’umorismo nero e i contenuti forti del genere pulp – condiviso con gli scrittori e suoi amici personali Stephen King e Hunter S. Thompson – a emergere con particolare chiarezza dai testi di “Excitable Boy”. A partire dalla celebre title track in cui Zevon, su una base pop leggera e spensierata, narra le azioni sempre più oscene e feroci di un giovane psicopatico che, anche dopo aver stuprato e ucciso la sua accompagnatrice al ballo scolastico di fine anno, viene in qualche modo giustificato e perdonato da una società  indifferente e assuefatta alla violenza: si tratta solo di un ragazzo agitato e troppo emotivo. Dieci anni di manicomio criminale non sono sufficienti per recuperarlo: appena dimesso dall’istituto, il protagonista del brano torna a tormentare la povera vittima, dissotterrandone i resti e costruendo una gabbia con le sue ossa. Ma cosa importa? Continua a essere il caro vecchio “ragazzo eccitabile” del ritornello. In questa piccola galleria di nefandezze e atrocità  fanno la loro comparsa anche i lupi mannari ghiotti di cibo cinese e vecchiette sventrate della hit “Werewolves of London” e il fantasma senza testa di un mercenario che si vendica dei suoi assassini presentato in “Roland The Headless Thompson Gunner”, una ballata folk zuppa di alcol e atmosfere celtiche scritta a quattro mani con David Lindell.

“Excitable Boy” non è solo il manifesto del genio creativo e delle doti narrative di Warren Zevon. Gli orrori da lui descritti sono più reali di quanto si possa immaginare, e sono gli stessi che da sempre corrodono lo spirito imperialista ed egoista dell’America, causa di innumerevoli disastri in giro per il mondo. Zevon riesce a spezzare il cuore quando canta delle violenze e degli abusi delle truppe statunitensi nel Messico del 1914 in “Veracruz”; a colpire è però soprattutto la terribile e inquietante vena profetica di “Lawyers, Guns and Money”. Il personaggio del brano è un americano ricco e viziato incapace di assumersi responsabilità  per le proprie malefatte: il classico figlio di papà  che crede che per tirarsi fuori dai problemi siano sufficienti “avvocati, pistole e soldi”. Il perfetto ritratto di un arrivista senza scrupoli alla Donald Trump, con tanto di versi che sembrano in qualche modo collegarsi alla più che attuale inchiesta sul Russiagate: I went home with the waitress/The way I always do/How was I to know/She was with the Russians, too?

I demoni e gli spettri che infestano i brani di “Excitable Boy” rappresentano la natura stessa della poetica di Warren Zevon: cruda, eccessiva e a tratti persino spaventosa, alleggerita però da uno sguardo spietato e ironico in grado di rendere divertente la tragedia e annullare la paura. Non poteva essere altrimenti per uno che ha vissuto al massimo i suoi 56 anni di vita e che, come cantava in una canzone contenuta nell’album omonimo del 1976, avrebbe “dormito solo da morto”. Purtroppo, a metterlo a riposo il 7 settembre 2003 ci ha pensato un mesotelioma: da allora siamo orfani di uno dei più brillanti e sottovalutati cantautori statunitensi.

Warren Zevon ““ “Excitable Boy”
Data di pubblicazione: 18 gennaio 1978
Tracce: 9
Lunghezza: 31:29
Etichetta: Asylum
Produttori: Jackson Browne, Waddy Wachtel

Tracklist:
1.Johnny Strikes Up the Band
2. Roland the Headless Thompson Gunner
3. Excitable Boy
4. Werewolves of London
5. Accidentally Like a Martyr
6. Nighttime in the Switching Yard
7. Veracruz
8. Tenderness on the Block
9. Lawyers, Guns and Money