Confesso che sono partito un po’ prevenuto, anche per un motivo futile, lo so, ma se un nome non mi piace, allora anche acccostarmi a un progetto boh, non mi viene naturale, perchè chiamarsi “La Notte” significa proprio non impegnarsi nemmeno un attimo a cercare il proprio moniker. Era successo con il primo album dei ragazzi di Firenze, stava per succede anche con questo, ma poi il bene ha trionfato!
Scherzi a parte invece, eccolo qui un signor disco con gli “sticazzi” al posto giusto, molto pensato ma nello stesso tempo magnificamente naturale (scordatevi l’it-pop eh!). Scritto bene, ma soprattutto con una produzione come Dio comanda, mi ricordano qualcosa degli Otto Ohm (e non è affatto un male!) o di quel pop romano sponda Riccardino Sinigallia (questo negli episodi più acustici) esempio “Temporale estivo”, in ogni caso un bel cantautorato con gli strumenti che s’intrecciano ad hoc.
La raffinata “Per nuovi pescatori” è il primo pezzo, in apertura del filotto che arriva fino a dieci, un pezzone da playlist, a dirvela tutta, ma anche la title track “Volevo fare bene” spacca assai, echi degli zii e conterranei Zen si sentono, com’è giusto che sia. Chitarre, qualche synth qua e là . Mi si dice che nel primo disco erano più tosti e più rock. Non è un problema. Qui sono vari, melodici e con ottimi ritornelli.
Non voglio dilungarmi troppo, tanto le rece romanzo non le leggete manco sotto tortura, al limite leggete due volte questa, se proprio proprio, così metabolizzate meglio i concetti. L’importante è che clicchiate l’icona di Spotify e ascoltiate e cantiate (perchè si fa cantare alla grande) sto disco. Saluti.