Spiace assegnare un brutto voto al buon Chris Carrabba ma davvero non riusciamo a fare altro. Non ci aspettavamo certo un ritorno agli struggimenti emotivi e personali (emo, appunto) degli esordi, quei dischi chitarra/voce che hanno letteralmente definito un genere, no, ci sarebbero bastate almeno discrete canzoni pop-rock a band completa, ma, a conti fatti, non ci sono nemmeno queste. Chris dice di aver scritto una cinquantina di brani per questo disco e poi, dopo una rigida scrematura è riuscito a “salvarne” nove. Non osiamo neanche immaginare come siano state le canzoni scartate.
Vado oltre i testi che sembra siano stati influenzati sopratutto dal suo matrimonio, vado oltre al fatto, riconosciuto da Carrabba stesso, che si è passati dal classico “io” autoreferenziale al “noi”, si, vado oltre e me ne frego, perchè soffermarsi su questi aspetti di fronte a certe canzonette è francamente inutile. Miserie musicali come “About Us” potrebbero giusto appartenere agli Imagine Dragons incrociati con i Killers, non certo a uno come Chris, per non parlare della canzonetta pseudo synth-pop realizzata con i Cash Cash che risponde al nome di “Belong”, nata forse per sperare di ripetere l’exploit di Chainsmokers con Chris Martin, inquietante. Sui synth di “Catch You” pure quelli in odore di Killers vediamo di scappare a gambe levate.
I suoni sono sicuramente pompati e curati, la voce di Chris però spesso ci pare quasi in affanno, le chitarre a tratti si fanno rabbiose (“We Fight”, in apertura, che sembrava una bella dichiarazione d’intenti, ma non ha poi trovato seguito nelle restanti canzoni) ma è una mano di grossa vernice su un impianto pop che in realtà funziona davvero poco. Le ballate (ma non voglio usare il termine “ballate vecchio stampo” perchè sarebbe una bestemmia), che non mancano, sono insipide, non lasciano il segno (se non “Open My Eyes” ma giusto per l’arrangiamento e gli archi), quando invece una volta la musica del nostro Chris lasciava lividi indelebili sulla nostra pelle.
Nessuna voglia di riascoltare un simile prodotto.
Photo: Mike Dunn