Nemmeno loro i Cosmic Child da Singapore, si sarebbero aspettati di arivare al secondo album dopo l’esordio di “Untitled” (2016) e invece eccoli qui. Suggestivi, magici, fragili, tristi e ipnotici, con il loro shoegaze così suggestivo e ricco di melodie notturne.
Il marchio di fabbrica è quello che unisce ritmi bassi, chitarre ovattate e un synth a dare spesso la linea melodica. Ci sono voluti due anni in cui la band è stata a lungo in tour, ha cambiato elementi e sopratutto un lungo periodo di scrittura dei brani, ma tutto questo è servito: la band è a fuoco, avvolge l’ascoltatore e lo cattura, con la forza di brani malinconici e autunnali.
Un gran bel disco.