Un sintetizzatore che pulsa rapido, come nella colonna sonora di uno dei tanti film di John Carpenter. Benvenuti nel terzo disco dei Cavern of Anti-Matter ovvero Tim Gane e Joe Dilworth degli Stereolab insieme al mago della drum machine Holger Zapf. “Hormone Lemonade”è nato, come “Blood Drums” e “Void Beats / Invocation Trex” del resto, da tre jam session di un’ora completamente improvvisate che Gane ha rielaborato con infinita pazienza, aggiungendo overdub e melodie sintetiche sopra le basi create da Zapf con le sue drum machine fatte in casa (la Taktron Z3 e la Taktron Z2) e vintage (una Hohner e una Eko).
Il risultato è un lungo viaggio che gioca sui dettagli e su cambiamenti ora minimi ora repentini di bpm e modulazioni di frequenza. Ogni attimo di “Hormone Lemonade” è una scoperta, un’evoluzione continua, piacevolissima per le orecchie. “Phase Modulation Shuffle” e “Automatic Morning” ricordano gli Stereolab meno easy listening e più teutonici, con la chitarra di Tim Gane appena accennata, quasi in sottofondo, ma c’è spazio anche per ritmi vicini al kraut rock anni settanta di Kraftwerk e Neu! (“Make Out Fade Out”) che sconfinano nella psichedelia di “Outerzone Jazs” e “Motion Flow”.
“Feed Me Magnetic Rain” e “Solarised Sound” invece avrebbero potuto tranquillamente accompagnare in momenti diversi gli inseguimenti della Plymouth Belvedere 1957 di “Christine ““ La macchina infernale”. “Hormone Lemonade” è un sentito omaggio al passato, che riesce a rileggere suoni e atmosfere anni settanta / ottanta con la personalità e il talento che il trio Gane ““ Dilworth ““ Zapf ha sempre dimostrato di avere. E chissà che qualcuno un giorno o l’altro non chieda ai Cavern of Anti-Matter di farla davvero una colonna sonora. Lo meriterebbero.