Ancora nel novembre dell’anno scorso vi segnalavamo il ritorno di Richard Frenneaux, che i più conosceranno per essere stato il leader degli ottimi Red Light Company. La formazione si è sciolta ormai tempo fa, ma l’anno scorso il Facebook della band era tornato “in vita”, segnalando una certa attività musicale tra Richard e Shawn Day che era appunto il bassisdta dei RLC.
Da quello che abbiamo capito, complice anche il fatto che Richard si è trasferto in Australia, non c’è stata una vera ripartenza della band, ma i brani che sono stati provati e sono nati da questo ritrovarsi sono andati a far parte del progetto Hope Park. Dopo un po’ di singoli preparatori (che appunto avevamo segnalato ancora l’anno scorso) ecco che su Spotify è comparso l’album completo della formazione. Non c’è stato certo un grande lavoro promozionale, ma ci piace segnalarlo anche perchè, pur non recuperando l’esplosivo guitar-pop dei RLC, mostra sempre un capace uso delle melodie, imbevute di oscure suggestioni elettroniche e wave.
L’album omonimo si completa di 7 brani che, appunto prediligono i toni cupi, lavorando decisamente sull’aspetto più elettronico in brani come “Fear The Boys”, “Take It”, con un vago sentore New Order o “Soft City” in cui i synth fanno il lavoro più grosso. Se “Dysphoria” ha un taglio quasi alla Bowie, il brano che preferiamo è la suggestiva ballata “Hurt In Ecstasy”, con un piglio che ci rimanda dritti ai Cure e una ritmica anni ’80.
Non saranno i Red Light Company, ok, ma un ascolto lo meritano assolutamente.