di Corrado Cigna

Questa è una recensione veloce, buttata giù in fretta, giusto per cercare di esprimere le emozioni dopo la prima data del nuovo tour degli Embrace.

Sono passati 20 anni da “The Good Will Out”, “l’album” per antonomasia, e personalmente non avrei mai più pensato, vent’anni fa, che sarebbero durati così tanto. E invece, dopo 7 album (l’ultimo “Love Is A Basic Need” uscito da poco meno di due mesi e entrato al numero 5 della classifica britannica) riescono ancora a richiamare le masse, o i nostalgici come il sottoscritto. Il nuovo album riprende un po’ il filo che si era perso con il precedente (l’omonimo “Embrace”, uscito 5 anni fa, un disco azzardato, per molti quasi inutile, per colui che scrive molto piacevole) ossia le classiche ballate con il marchio McNamara, o almeno i pezzi con una ritmica e un giro di chitarra e un coro che ti rimane in testa. Il tour viene battezzato a Glasgow, che a detta di Richardis like a big comfy blanket” (ossia una bella coperta calda).

Si parte con “Wake Up Call”, il primo estratto dall’ultimo album, e subito dopo una doppietta da pelle d’oca (“All You Good Good People” / “Nature’s Law”), seguita da “Follow You Home” (oh-oh-oh-oh) e “Come Back To What You Know”. E con questo lo sai che hai fatto bene ad andare, perchè sei già  senza voce dopo 5 pezzi, perchè ti sei già  inginocchiato, hai già  pianto, e ti sei emozionato a vedere Danny che è come un bambinone che incita il pubblico, che salta, che cerca sempre di superare quella malattia (mentale) che gli ha causato un enorme stress fisico, quando non era ancora ventenne, e poi prende il microfono in mano…e tutto si ferma, tutto intorno a te hai gente che canta, si abbraccia, ride e per un paio di ore dimentica tutto il resto.

La scaletta prosegue con un misto di brani nuovi (“Rabbit Hole”, “Where You Sleeping”), meno nuovi (“Refugees”) e ancora bombe (“Someday” / “One Big Family” / “Save Me”), quella “Gravity” donata da Chris ‘Coldplay’ (quando ancora aveva un po’ di cognizione) e “Ashes” (doppietta dal loro album più di successo “Out Of Nothing”). Notare come il loro terzo album (“If You’ve Never Been”) l’abbiano dimenticato da anni (peccato, perchè sia “Wonder” che “Make It Last” non ci starebbero male), e invece hanno riesumato i tre singoli dal precedente album (“Protection” fatta nell’encore).

Ultimo pezzo, da tradizione, quella “The Good Will Out” (che noi, ex britpoppettari nostalgici, sappiamo l’effetto che fa). 1h45 minuti filati, per me scaletta quasi perfetta, un gran inizio di tour. Un applauso doveroso ai fratelli McNamara e un grazie per un’altra serata memorabile

Embrace Setlist O2 Academy Glasgow, Glasgow, Scotland 2018, Love Is a Basic Need
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