Se da un lato ho sempre benedetto gli EP, dall’altro a volte mi trovo inevitabilmente a maledirli. Si perchè l’Extended Play è sicuramente più facile, più snello rispetto ad un LP, riesce a mantenere un contatto più frequente con i fan, un ottimo strumento per le band (soprattutto le emergenti) ma al tempo stesso è in realtà un’arma a doppio taglio per l’ascoltatore.
Immaginate di trovarvi davanti ad una fetta di torta che una volta mangiata risulti deliziosa, buonissima. Ne vorreste ancora, mangereste la torta intera ma in realtà è finita, e quello spicchio era talmente piccolo che alla fine vi resta la voglia”…
Questa è la sensazione che ho provato steso,anzi in ginocchio, davanti all’ultimo lavoro degli Amusement Parks on Fire intitolato “All The New Ends”. Si perchè a detta di chi scrive, dischi del genere dovrebbero durare delle ore.
Certo conosciamo il songwriting della band inglese capitanata da Michael Feerick, uno stile molto particolare, sofisticato e mai banale che mischia stili diversi come se Dinosaur Jr suonasse gli M83 con la produzione degli dEUS. Parliamo di suoni oscillanti quindi, ipnotici, da sguardo fisso alle scarpe in classico stile Shoegaze ma al contempo abbinato ad una componente melodica di tutto rispetto. Arrangiamenti ricchi e curati con bomba sonica assicurata, in alcuni momenti addirittura vocalità pop punk che in realtà poi finiscono per trasformarsi in cantati calmi, tranquilli e sussurrati.
Questo EP conferma la capacità e il livello di songwriting dei 5 Inglesi, in grado di mischiare melodie nostalgiche a dissonanze post rock e Shoegaze con estrema naturalezza. Come quei quattro accordi di quinta su “Internal Flame” che danno al tutto quel pizzico Post Grunge riuscendo a fluttuare per quasi 13 minuti in loop vorticoso che abbraccia l’ascoltatore, ormai in totale confidenza.
Questi sono gli Amusement Parks on Fire, una band difficile da etichettare che riesce disco dopo disco ad ampliare l’aspettativa e, in questo caso, a prendersi il mio voto più alto.