E’ nel contesto del ‘Neuropa Festival’ che i Dish-Is-Nein fanno il loro esordio live. I due giorni dello Zona Roveri, dedicati a sonorità dark-industrial, hanno fatto quindi da magnifica cornice al ritorno, con altro nome ovviamente, di uno dei gruppi più controversi e mai abbastanza celebrati della musica italiana, ovvero i Disciplinatha. L’anima di quella band vive ora nei Dish-Is-Nein, guidati in modo magistrale da Cristiano Santini, Dario Parisini e Marco Maiani.
Penultimo gruppo della seconda serata (dopo di loro i maestri svizzeri Young Gods), i Dish-Is-Nein dimostrano di avere un passato dal peso specifico devastante ma sopratutto un presente che ha tantissimo da dire e da dare. L’emozione di rivedere il biondissimo Cristiano Santini sul palco è tanta, almeno per chi vi scrive. Direi che sono quasi più agitato del concerto a nome Disciplinatha del 2012 sempre allo Zona Roveri. Perchè questa volta davvero i Dish-Is-Nein hanno tanto da dimostrare, alla luce di un EP magnifico. Potrà essere un punto di partenza vero quello di questa sera? Bene la risposta, dopo 1 ora di live che ci ha lasciati senza fiato, non può che essere affermativa. La prima parte del concerto è proprio dedicata al lavoro uscito a loro nome, che ci rimbomba nella testa in tutta la sua fierezza (i canti degli alpini riproposti, nello spazio dello Zona Roveri, suonano solenni come non mai) e cupezza, mentre l’impatto live ci colpisce dritto in faccia. Luci scure, filmati che scorrono alle spalle della band a dare un senso anche visivo a quanto stiamo ascoltando. Arriva anche Valeria Cevolani e la sua voce è come sempre magnetica e calda, in un mare di suoni distorti e taglienti come bisturi.
Santini è in forma smagliante, la gente osserva tramortita e con la pelle d’oca: tale è l’impeto magnetico che i Dish-Is Nein stanno generando. Poi ecco che si aziona la macchina del tempo e la voce di Mussolini viene coperta dalle distorsioni di Parisini, da colpi di martelli e colpi di catena. Non si è perso il gusto di provocare, di stupire, di spiazzare. Tornano le canzoni dei Disciplinatha, quelle di “Abbiamo Pazientato 40 anni. Ora Basta!” ma anche “Crisi di Valori/Nazioni”. Da i brividi sentire le urla di Santini in “Nazioni” (che meraviglia l’apporto, come sempre, di Valeria in questo brano!) e ti accorgi che sono canzoni più attuali oggi che ieri. “Milizia” e “Addis Abbeba” sono martellanti e rabbiose, come se la band non vedesse l’ora di riproporle per dare sfogo a tutto quello che ha dentro.
Eppure non è ancora finita, perchè Dish-Is-Nein mostra anche il suo volto più scarno, più scuro e freddo, in apparenza, perchè dentro il cuore pulsante è più vivo che mai. La nuova resa sonora di “Up Patriots to Arms” e di “Esilio” non predilige le distorsioni o la potenza, ma il lato più ombroso, con i suoni che si riducono, sopratutto in “Esilio”, davvero in una versione asciugata e mesmerica.
“Mancavamo da tanti anni, ma siamo ancora qui. Cazzo siamo ancora qui!“. Chiude così Cristiano Santini, sui titoli di coda di un concerto che speriamo sia davvero il primo di una lunga serie. Siamo qui anche noi, Cristiano, a tributarvi il giusto e doveroso onore. Immensi.