è passata si qualche settimana dalla La Grande Festa di Panico. La festa in occasione della fusione di Panico Concerti e Modernista. Mi ci è voluto un po’ per riprendermi dall’adrenalina che mi hanno trasmesso quelle due serate. Ammetto che era da un qualche tempo che non andavo da un festivalino, ma ragazzi che bello staccare dalla quotidianità e finire al TPO! A dire la verità La Grande Festa di Panico era già iniziata dal lunedì io sono arrivata solo il venerdì direttamente al Tpo. Una festa Itinerante per Bologna, ci sono stati i concerti di C+C=Maxigross and Miles Cooper Seaton al Loft del Kinodromo, Flavio Giurato al Artrockmuseum, Cesare Basile, SIMONA NORATO, Tobjah al Baumhaus, i Julie’s Haircut all’Efesto e Dandy Bestia, Maisie – band, Gioacchino Turù e Vanessa V. al Mikasa. Che visto com’è andata al TPO, mi sono mangiata le mani a non essermi presa ferie prima!
Quindi ecco che arrivo tutta lanciata direttamente dalla stazione centrale di Bologna, in neanche 20 minuti, arrivo all’entrata de TPO dove dei simpatici ragazzi al bancone d’ingresso. Entro, alla mia destra il merch (dove svuoterò il mio portafoglio, ma per della buona musica!) sulla sinistra il palco: immenso e poco più avanti il bancone del bar. Mi ci fiondo a rifocillarmi un poco dopo il viaggio e in attesa dell’inizio. Sembra tutto calmo, apparentemente, e per una decina di minuti sarà così: calmo. Una strana sensazione in corpo.
Basta un istante e mi già sono destabilizzata, i primi a salire sul palco sono Pashmak – پشمک, non so cosa sia successo, ma come attirata da un vortice finisco sotto palco. Un’atmosfera tantrica, i ragazzi hanno l’arduo compito di rompere il ghiaccio, ma ci riescono alla perfezione. Elettrizzanti, più che elettronici. Sguardi assassini ogni tanto lanciati che incalzano la musica. Incrocio tra John Carpenter e i Chemical Brothers. Dal nuovo ep Indigo hanno eseguito Kamikaze. Boom! La giusta carica per iniziare la serata e passare il testimone al secondo gruppo della serata i Johann Sebastian Punk. Con le loro paiette allucinanti eseguono un punk ammaliato dagli anni 80, i primi Depeche Mode ne sarebbero orgogliosi . Forse in alcune tracce un po’ più Battiatesche si percepiscono gli studi musicali del gruppo che inneggia all’amore e al potere dell’unione. Un concerto ricco di good vibes e meravigliosi scenari glitterati.
Arriva quindi sul palco Angelo Sicurella, e qui c’è poco da dire. La voce degli Omosuno fa risuonare in tutta la sala la sua musica, con alcune tracce dal suo primo lavoro da solista Orfani per desiderio. E Ragazzi qui si balla, un tavolo gigante di manopoline e slider elettronici sul palco completano il synth. Il pubblico balla, si diverte e fantastica.
Poco dopo arrivano i San Diego. Il duo ancora un po’acerbo nelle esperienze da palco. Salgono sul palco con un synth e un microfono, dopo le prime incertezze partono e scaldano il pubblico. Sono proprio curiosa di vederli tra qualche mese, dopo l’uscita del loro album DISCO e con qualche concerto in più alle spalle. Il pubblico, ricco di giovani donzelle, scalda la pista. Secondo me è il loro retrogusto cantautoriale che li lancerà tra qualche tempo sulle maggiori scene musicali. A questo punto nella scaletta della serata erano previsti Musica per Bambini ma ahimè non stavano molto bene e quindi, saltati loro, siamo volati direttamente dai Camillas. Il trio che sta facendo il giro d’Italia a suon di concerti, battute e simpatia. Mah! cavoli come pestano. Il batterista non si è fermato un momento, Zagor e Ruben hanno coinvolto il pubblico in una maniera che ho visto fare a pochi altri. Tutto un continuo di riff, chitarre acustiche e tastiere quasi un battibecco veloce e incalzante.
Il tempo di una biretta, di ripreprendere un attimo fiato e sembra che il pubblico sia improvvisamente cambiato,come un ricambio generazionale, in attesa dei POP X. La sala è gremita di gente, un breve black out della sala, ferma il normale proseguimento della serata, ma ci pensa Luca chitarrista del gruppo, ad intrattenere, regalando birrettte e sorrisoni a tutti. Eccoli arrivano tutti sul palco, hanno anche una ballerina che danzerà beatamente per tutte le due ore e più di concerto. Parte la prima canzone.. e il pubblico va seriamente in delirio. Iniziano a saltare a ritmo,cantare le canzoni e chiamare i ragazzi del gruppo. Insomma un vera e propria folla di fan. Secchio, Drogata Schifosa..in ogni canzone il pubblico non si ferma e loro nemmeno.Dopo quasi 2 ore il pubblico ne vuole ancora, sembra essere assettato. E loro un po’ più stanchi li accontentano con 2 bis e alla fine il cantante, collega il suo cellulare alle casse e preme PLAY e parte musica dance (molto trash) a tutto volume. Quella che ti entra nelle orecchie e ti fa muovere anche se non lo vuoi, e la folla impazzisce letteralmente dopo 5 o 6 canzoni suonate così, il concerto finisce. La gente soddisfatta si guarda intorno,raccoglie le proprie cose e come dopo un incredibile sauna finlandese,va in cerca d’aria.
La prima serata al TPO finisce così: con un concerto assurdo dei POP X. Non vedo l’ora arrivi il giorno dopo.
Ed eccomi quindi carica come la sera prima. Arrivo e ci sono due palchi. Figata! Il main stage dove hanno suonato tutti venerdì e uno un po’ più piccolo, più intimo, di fronte all’entrata. Questa sera a malapena ho il tempo di sorseggiare la mia biretta, che già finisco sotto il palco per il primo gruppo i MAKAI. Elettronica pungente e ricca di suoni particolari. Eseguono alcuni pezzi dal loro nuovo album Comfort Zone, trascendenti e affascinanti. Ci trasportano direttamente alle note di Her Skin, giovane cantautrice dalla voce chiara e sensuale. Mette a nudo le sue esperienze e le sue emozioni con la sua chitarra, in ogni canzone. L’atmosfera si fa quasi di casa, vicini al palco e tutti assorti nell’ascoltarla. Alla fine del concertino, sarà Giovanni Succi (Madrigali Magri, Bachi da Pietra e molte altre collaborazioni ndr) dal mainstage, che catalizzerà la nostra attenzione. I bassi; i bassi di questo gruppo sono favolosi. E il loro album Con Ghiaccio che portano in tour, ancor di più tutta la sala accenna quei gesti che solo ai migliori concerti metal si vedono. E come ha detto lui “salvate il mondo, comprate il nostro nuovo album al banchetto del merch!”
Ancora con il fiato sospeso, si sentono le note della tastiera di Halfalib, progetto solista di Marco Giudici bassista degli Any Other provenire dall’altro palco. Un breve, ma intensissimo concerto. Sensazioni dolci e malinconiche hanno pervaso la mia mente dall’inizio alla fine. Ed ecco come prima, lo stacco netto e il cambio di genere musicale. Alzano la temperatura gli Altre di B , non ero mai riuscita a vederli dal vivo avevo ascoltato soltanto alcuni loro album e devo dire che non mi hanno delusa anzi!
Sono rimasta conquistata dalla loro grinta. Trasportata dalle loro note mi sono trovata a ballare in mezzo alla pista con altre ragazze. Molto divertenti e spensierati. Dopo di loro Colombre, anche per lui supercuriosa di sentirlo. Mi è piaciuta molto la sua esibizione, semplice con la sua elettrica. Le parole chiare e intonse si espandevano nella sala come un profumo di rose nelle migliori primavere.
Il tempo di assaporare la dolcezza di Pulviscolo o di Dimmi Tu e l’irruenza di Sveglia e Fuoritempo ed ecco che l’ultimo artista si prende il palco. Francesco De Leo ha presentato il suo nuovo disco La Malanoche, con un po’ di presunzione inizia a suonare la prima canzone e già tutti si sono innamorati anche Calcutta che nell’oscurità della sala si ascolta il concerto.
Io purtroppo ho un flixbus da prendere e quindi aspetto proprio ancora altri pochi minuti, e poi corro in stazione.
Riassunto delle serata: distrutta, con meno soldi di prima, con molti più cd, good vibes e molto molto più felice!
Un grazie speciale ad Anna Valicella per le foto e per avermi sopportata con tutto il mio entusiasmo!