E’ un film non privo di difetti. Il più grande dei quali è una diegesi piuttosto confusionaria. Ramsey – che il film lo ha anche scritto – mescola le fantasie ossessive del protagonista, i suoi ricordi e le sue allucinazioni alla trama, senza soluzione di continuità , e l’espediente, che per certi versi risulta molto affascinante, inficia la scorrevolezza del film.
Rimane comunque un film da vedere assolutamente. Un noir plumbeo e pesante come il corpo del suo protagonista, un Joaquin Phoenix ferino e disperato giusto in mezzo a Lèon e Travis Bickle – insomma, l’ex militare disadattato da chiamare se hai da risolvere una situazione tremenda e la legge non ti basta.
Fotografia e musica – ennesima gran bella prova di Greenwood – sono altamente sintetiche, oscure e occlusive e lavorano in combutta per fare di “You Were Never Really Here” un’esperienza sensoriale claustrofobica e coinvolgente.
Due premi alla scorsa edizione di Cannes: miglior sceneggiatura – dissento assolutamente – e miglior attore protagonista – concordo assolutamente -.