Negli anni ’90, Gaz Coombes, con i suoi Supergrass, si muoveva in un panorama musicale inglese rivitalizzato che trasformava in un nuovo sound le sonorità di un recente passato, dal rock anni ’70 al glam rock, dal punk alla new wave.
Con la sua band raggiunse un notevole successo, sia in termini di critica che di vendita, anche se la loro stella fu, in parte, oscurata da gruppi come Blur, Oasis, o Radiohead.
Se alcuni alfieri del Brit pop hanno visto affievolirsi lentamente la loro capacità creativa, Gaz Coombes, superati i quarant’anni, crea un nuovo lavoro nel quale dice che ha ancora molto da dire, dimostrando di saper ancora piazzare una sequenza di brani dalla linea melodica orecchiabile ma mai scontata, impreziositi da un sound moderno e da un arrangiamento interessante e pieno di sorprese .
In alcune interviste Gaz ha dichiarato che parte dei testi sono stati ispirati da lettura del libro “The Discent of Man” di Grayson Perry, eccentrico artista inglese, nel quale l’autore si interroga, con umorismo, su come superare e trasformare la vecchia immagine della mascolinità , accettando una nuova visione di cosa vuol dire essere un uomo oggi.
Ecco che Gaz affronta nei testi proprio questi temi, attraverso un’introspezione onesta e cruda.
L’album parte subito forte con la title track “World’s Strongest Man”, brano che, per forza e freschezza, insieme a “Walk the Walk”, farebbe un figurone in una compilation dei Nothing but Thieves, e prosegue mantenendo sempre un livello alto.
Meritano di essere citate “Shit (I’ve Done It Again)” bellissima e capace di catturare al primo ascolto , “Wounded Egos” con il coro finale di bambini che cantano “Wounded egos, right wing psychos All the madness outside“, e “The Oaks”, tra le mie preferite. Nell’ascoltare i brani vengono spesso in mente altre band di ieri e di oggi e, l’intero disco, esprime un sound che si sviluppa come ad indicare loro una strada da seguire per una rinascita creativa .
“World’s Strongest Man” si dimostra essere un lavoro completo, che permetterà all’autore di continuare una carriera già brillante, dimostrando di aver ancora nell’età della maturità la freschezza necessaria per esprimere il proprio talento di autore.