Il festival è appena iniziato, ma per quanto mi riguarda potrebbe finire qui. No, non è vero, ma il live degli Spiritualized, uno dei concerti in scaletta per la consueta giornata inaugurale del mercoledì, è stato talmente potente e radicale che da solo avrebbe già  soddisfatto il mio fabbisogno annuale di musica dal vivo. Ma andiamo con ordine.

 

La location era il famigerato ‘Auditori del Parc del Forum’, una struttura futuristica dall’acustica a dir poco sovrannaturale e, soprattutto, dalla capienza limitatissima, almeno rapportata al numero di persone che avrebbero voluto assistere al live, cioè più o meno tutti e 60.000 gli spettatori giornalieri del Primavera Sound. Scelta a dir poco controversa da parte degli organizzatori ma insomma, avranno avuto le loro ragioni. A rendere il tutto ancora più difficile e desiderabile, allo stesso tempo l’unico modo per gestire una simile situazione, la necessità  di possedere un biglietto/prenotazione per potervi accedere. Un’ora e mezza di fila per ottenerne uno (col brivido costante di non farcela agli ultimi cento metri), un’altra ora per entrare e abbiamo fatto la storia, o almeno abbiamo visto Jason Pierce farla insieme con i suoi. Difficile raccontarlo. Dovessi riassumere direi che quando al già  incontenibile sound degli Spiritualized si aggiungevano orchestra e coro era davvero…troppo, ne ero sopraffatto.

 

Ma di concerti da vedere ce ne sono ancora tanti, tantissimi: devo farmi coraggio e cercare dentro di me lo spazio per altre emozioni. Soltanto oggi è la volta di Björk, Unknown Mortal Orchestra, Nick Cave, War on Drugs e Four Tet.

 

E a complicare le cose c’è anche il Primavera BITS, quest’anno ancora più grande, con il palco diurno sulla spiaggia del Xiringuito Aperol e una programmazione quasi antagonista a quella del Festival (oggi James Holden, JLIN, Mount Kimbie e Floating Points, fra gli altri), che obbligherà  il pubblico a dolorose scelte obbligate.