Dopo 6 anni dall’ultimo lavoro ritornano I The Sea and Cake di Sam Prekop, John McEntire ed Archer Prewitt al netto, stavolta, del basso e synth di Eric Claridge. Un lungo letargo per la band di Chicago simile ad un inverno mite ed asettico che, paradossalmente, sembrava già  essere annunciato dalla traccia “The Runner”, ultimo pezzo dell’omonimo precedente album, nella quale già  si percepiva una sorta di stanca fine corsa stanca in chiave post-rock, e circa la quale l’attuale lavoro sembra voler rappresentare una sorta di primaverile e tiepido risveglio; lo testimonia anche la copertina dell’album, ad evocare come un trasloco imminente ma da gestire senza fretta.

L’immagine vivida che ne consegue è quella di un viaggio in auto a marcia lunga e velocità  sostenuta, che inizia con le piccole defibrillazioni di “Cover The Mountain” e “I Should Care” e i loro giri di basso semplici e senza particolari sussulti. E’ subito evidente la mancanza dei virtuosismi e delle pulsazioni del basso di Claridge (che sta ai The Sea and Cake come Nels Cline sta ai Wilco), per via della quale giocoforza è la batteria di McEntire (ricordiamocelo, uomo chiave anche dei Tortoise) a fungere da cuore pulsante, con i suoi ritmi breakbeat e sincopati ad incalzare ed innescare le sinapsi.

Il cammino prosegue tra nervi che si riattivano (nei primi segnali di effervescenza di “Occurs”, in “Starling” con l’organo a dare aria e dove il basso comincia a rincorrere la batteria, come in “Day Moon” e in “Circle” ) e momenti di meditazione (la rilassante “Any Day” con i suoi archi , la malinconica “Paper Window”, lacalda e protettiva “These Falling Arms” in chiusura), per un prodotto che risulta essenziale ma curato, dai colori tenui, meno esotico ed elettrico rispetto ai precedenti lavori e senza particolare valore aggiunto, dove la bravura della bandsta tutta in quanto già  dimostrato in oltre 20 anni di carriera: farsi riconoscere al primo ascolto, grazie anche alla voce elegante e languida di Prekop, alla maestria nel toe-tapping di Prewitt, al sound discreto, alle melodie gentili.

Per ora godiamoci questa giornata qualunque di tarda primavera segnata dal talento, dallo charme e dalla classe che non sono mai mancati: in viaggio per quale nuova estate, lo scopriremo poi.