Greta Kline è una ragazza che ha nascosto dietro al suo progetto Frankie Cosmos tutto l’amore, l’odio, le contraddizioni, il suo sentirsi continuamente ispirata e tante altre storie che continuamente si trova ad affrontare alla sua giovanissima età . Il suo modo particolare di trattare il linguaggio e ogni singola parola non sminuisce le composizioni che, album dopo album, sono migliorate e diventate più complesse e accattivanti per gli ascoltatori.
Noi l’abbiamo intervistata e il filo rosso di questa chiacchierata è sicuramente la scrittura e i suoi modi di praticarla.
Frankie Cosmos è diventata grande e nasconde, come sempre, i migliori pregi e i più pittoreschi difetti di Greta.
Cosa pensi sia diventata Frankie Cosmos dopo l’ultimo album?
Tutto è iniziato come un progetto di scrittura e registrazione, ora sembra molto più simile ad un qualcosa dedicato alla performance e al live perchè passiamo molto più tempo sulla strada rispetto a quello che passiamo a casa. Siamo diventati una vera band, prendiamo decisioni tutti insieme e non sono più solamente io a scegliere.
In questo album racconti molto di una dimensione spirituale e personale. Qual è la relazione tra la tua musica è il bisogno di cercare una dimensione più intima?
Uso il songwriting come un modo per capire le mie emozioni e per parlare da sola, per questo sicuramente il suonare e fare musica gioca un ruolo assolutamente primario in tutti i miei processi spirituali e personali.
Essere sempre in tour ti aiuta a scrivere le tue canzoni?
Essere in tour rende molto più difficile lo scrivere canzoni perchè non sono mai in una stanza sola o completamente tranquilla. Per scrivere ho bisogno di stare da sola in particolare nel momento in cui ho bisogno di completare e rifinire una canzone. In tour più che altro scrivo testi in macchina e sfrutto, a volte, il soundcheck per mettere in pratica una piccola idea che mi viene per un giro di chitarra. Una volta provata la salvo per dopo perchè di solito non riesco a mettere insieme tutte le canzoni fino a quando non arrivo a casa.
“Being alive matters quite a bit / even when you feel like shit“. Cosa ti conforta quando ti senti di merda?
Solitamente mi sento di merda o quando sono malata, altrimenti quando mi sento ansiosa, triste o impacciata. Sono confortata comunque per esempio per guardare la televisione ma anche da qualcosa di fisico come il cibo i collage e i tessuti.
Alcune tra le tue canzoni sembrano uscite dai fumetti Quale personaggio di una graphic novel preferiresti essere?
Vorrei essere Jughead (Jones) dei fumetti di Archie Comics, io amo molto il suo stile.
Come è cambiata la tua scrittura nel corso degli anni?
Scrivere per me è fondamentale, mi serve per rimanere in contatto con me stessa. Ho sempre trattato la scrittura come un esercizio e non mi preoccupo troppo di come qualcuno interagirà con il prodotto finito e con quello che ho detto. La tecnica di scrittura è sicuramente cambiata perchè ora penso all’idea di eseguire tutte le canzoni con la mia band, il che mi fa desiderare che il prodotto finito sia abbastanza interessante da poterlo riprodurre dal vivo.
Ho la tua età e mi sento spesso insicuro, preoccupato di sbagliare. Condividi la stessa sensazione? Come reagisci a tutto questo?
Ne faccio molta esperienza di quello che dici, in particolare con tutte le interazioni sociali. Non mi sento così quando penso all’arte, perchè l’arte per me è per divertimento ed è un posto dove fare casino e sbagliare. Socialmente, anche se spesso mi sento insicura o troppo pensierosa, io credo che nessuno possa capirsi a vicenda e, in ogni caso, facciamo solo del nostro meglio per comunicare.