Troppo spesso ci si affida ai luoghi comuni.

Per esempio, dal punto di vista culinario, l’Abruzzo è immancabilmente associato alla cucina di terra ed in particolare ai famosi arrosticini. E invece una caratteristica di questa regione sono i piatti a base di crostacei e pesci d’acqua dolce, come gli ottimi gamberi di fiume o le trote.
Ma si sa, spesso la gente non si dedica ad approfondire”…

E così un’altra “vulgata” è che lontano dalle città  non ci sia nè modo nè voglia di fare una proposta culturale che vada al di là  della sagra di paese o del concerto di qualche vecchia gloria decaduta. Anche in questo caso, le cose non stanno proprio così”…
Per esempio proprio in Abruzzo i ragazzi di Paesaggi Sonori organizzano ormai da tre anni una rassegna di concerti che per qualità  e location non ha nulla da invidiare a ben più famose realtà  italiane.

La caratteristica principale sono sicuramente i luoghi scelti come teatro degli eventi: vallate in alta quota, teatri, rocche medievali ed altri scenari mozzafiato, accompagnati dal tramonto o dalle stelle che sovrastano la regione. E in alcuni casi il “menù” è anche arricchito (per chi ne avesse voglia) da passeggiate nella natura prima (e dopo) i concerti.

E così è stato anche questa Domenica, quando Jófrà­à°ur àkadóttir è arrivata in Abruzzo dall’Islanda (altra terra con paesaggi davvero invidiabili) per esibirsi tra le rovine di Peltuinum, antico insediamento romano del primo secolo a.C. nelle vicinanze di Prata d’Ansidonia.

La cantautrice islandese è ora nota col moniker di JFDR, ma nonostante la giovane età  (24 anni) la sua carriera musicale è già  piena di tappe importanti. Di lei vi avevamo parlato tempo fa quando ancora faceva coppia con la sorella àsthildur nel progetto Pascal Pinon (che abbiamo potuto ammirare dal vivo a Roma), ma negli anni Jófrà­à°ur oltre alla carriera solista ha saputo dar vita ad interessanti collaborazioni come quella del progetto Samaris.

Proprio dello scorso anno è l’esordio come JFDR con il disco “Brazil”, in cui il folk del suo primo periodo viene trasmutato da raffinate sonorità  elettroniche. Ma nel live di Peltuinum Jófrà­à°ur ci presenta una versione più scarna e ri-arrangiata dei suoi pezzi.

Dopo l’iniziale passeggiata per l’antico tratturo che conduce alla città  romana, il live si apre con l’artista che, in solitaria (accompagnata solo dalla propria chitarra e dal piano), recupera 53 (dal terzo disco delle Pascal Pinon) e continua poi alternando pezzi del proprio repertorio solista a quelli del passato.
Avete presente “Heima”, il documentario sul tour islandese dei Sigur Rós in cui la band suona in paesaggi incantevoli di fronte a gente seduta sui prati? Ho sempre invidiato molto chi ha potuto partecipare a quei concerti. Ma ecco, credo che l’effetto sia stato molto simile a quello che abbiamo potuto provare qui.
Stagliata di fronte al tramonto e circondata dai monti, Jófrà­à°ur ha riempito la vallata di delicate melodie dal sapore agrodolce che hanno sollevato gli ascoltatori al di sopra del tempo e dello spazio strettamente geografico (nel senso di mappe e cartine), per una esperienza davvero unica.

Nella seconda parte del set accanto a lei si aggiunge un quartetto d’archi: nuovo progetto di JFDR è infatti quello di trasformare le proprie canzoni accompagnata da violini, viola e violoncello per dare una nuova forma ai componimenti.
Il risultato è davvero toccante. Mentre il sole finisce la propria corsa dietro i monti, le melodie e la voce di Jófrà­à°ur lo accompagnano, passando da pezzi più datati come la bellissima “Somewhere” a quelli più recenti, come la conclusiva “White Sun”.

Giornate come questa non possono che rimanere impresse nella memoria. E magari possono aiutare la gente ad allontanarsi dai luoghi comuni e scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato.
E di assaggiare i gamberi di fiume.


JFDR live @ Paesaggi Sonori

 


JFDR live @ Paesaggi Sonori

 


JFDR live @ Paesaggi Sonori

 


JFDR live @ Paesaggi Sonori

 


JFDR live @ Paesaggi Sonori

Foto Credit: Fabrizio Giammarco per Paesaggi Sonori