Lo scorso aprile le Hinds hanno pubblicato, via Lucky Number, il loro secondo attesissimo album, “I Don’t Run”, che le ha viste lavorare insieme al noto produttore Gordon Raphael (The Strokes, Regina Spektor). Le ragazze madrilene hanno saputo ancora una volta scrivere ottime melodie, mentre nelle loro canzoni hanno anche catturato una leggera malinconia probabilmente dovuta alla vita in tour, non sempre facile. Qualche giorno fa noi di Indieforbunnies.com abbiamo scambiato due chiacchiere via Skype con la cantante e chitarrista Carlotta Cosials per parlare del nuovo album, ma anche del quartiere di Malasaà±a, anima pulsante delle notti della capitale, della nuova scena indie spagnola e pure di calcio. Ecco cosa ci ha raccontato:
Ciao Carlotta, benvenuta sulle pagine di Indieforbunnies.com. Come stai?
Sto bene, grazie.
Come stanno andando le cose con il nuovo tour?
Sta andando tutto molto bene. Ci sembra di essere in un sogno.
Per prima cosa, come fan, vorrei chiederti quando tornerete in Italia a suonare.
Ci piacerebbe veramente tanto tornare a suonare da voi. Stiamo provando a organizzare. Il mondo è molto grande e ci sono moltissimi posti in cui andare a suonare.
Parlando del vostro nuovo album, “I Don’t Run”, avete lavorato con il noto produttore Gordon Raphael, già noto per le sue collaborazioni con gli Strokes e Regina Spektor. Che cosa ha aggiunto al vostro suono? Che cosa avete imparato da lui?
In verità non ha cambiato molto, ci ha lasciato essere noi stesse. Ci ha lasciato completamente libere di fare ciò che volevamo.
Parlando dei vostri testi delle vostre nuove canzoni, ora vi si puo’ trovare un po’ di malinconia o forse di tristezza. Credi che essere state in tour per così lungo tempo possa in qualche modo avere influenzato tu e le tue compagne di band?
No. Penso che andare in tour sia molto difficile, ma credo che la vita sia così. La vita è difficile, siamo giovani, ne siamo consapevoli, ma non siamo troppo preoccupate.
Purtroppo la vita è una sola e dobbiamo cercare di condurla nel modo migliore possibile.
Sì, sono d’accordo con te.
Parlando dei testi, chi è che si occupa della loro scrittura?
Siamo io e Ana (Perrote, voce, chitarra).
Una cosa che mi piace molto delle Hinds sono le melodie. Come nascono le melodie delle vostre canzoni?
Le scriviamo sempre io e Ana. Nascono in maniera spontanea, non le cerchiamo. Le troviamo nel paradiso delle melodie. (ridiamo)
Parlando, invece, dell’ultima canzone di “I Don’t Run”, “Ma Nuit”, ha un titolo francese ed è cantata in spagnolo, è acustica e buia e, in un certo senso ““ scusami la parola ““ strana: ci puoi raccontare come è nata? Ci sarà ancora la possibilità , secondo te, di sentirvi cantare in spagnolo in futuro?
Non lo so, lo spagnolo è la nostra lingua, ma tutta la musica che abbiamo sempre ascoltato è inglese. Quando abbiamo iniziato a scrivere le nostre canzoni, lo abbiamo sempre fatto in inglese, per cui non so. Per quanto riguarda questa canzone, è quella che chiude il nostro disco: volevamo qualcosa di più grezzo e, in un certo senso, di ancora più onesto e sincero. Non volevamo nasconderci, quindi l’abbiamo scritta in spagnolo. Questo è il motivo per cui l’abbiamo fatto. Il risultato ci è piaciuto veramente molto, è molto vera.
Pensi che sia qualcosa che comunque potrete riprovare o riprendere in futuro?
Sì, è possibile.
Nel video di “New For You” giocate una partita di calcio: da dove è nata questa idea?
Credo che dovessimo fare una delle cose più spagnole possibili e penso che il calcio sia una di quelle. Ovunque andiamo nel mondo, quando ci chiedono da dove veniamo e noi rispondiamo che siamo spagnole, la gente ci chiede subito: “Real Madrid o Atletico”? (ridiamo) E’ una delle domande più frequenti che ci vengono poste. Penso che il calcio sia un ottimo sport da mostrare e allo stesso tempo credo che gli sport in generale siano fantastici per cercare di migliorare, per raggiungere il tuo obiettivo e per lottare. Quindi abbiamo pensato che andassero veramente bene con questa canzone in cui diciamo che vogliamo essere qualcosa di nuovo e persone migliori.
Qual è la tua squadra di calcio spagnola preferita?
L’Atletico Madrid.
Ottimo! Anche a me piace molto l’Atletico, non sopporto il Real Madrid.
Comunque rispetto molto Cristiano Ronaldo perchè credo che sia un grande lottatore, ma la mia squadra preferita è l’Atletico Madrid.
Ti posso chiedere del quartiere di Malasaà±a di Madrid?
Certo, molto volentieri.
So che ha un significato molto importante per la tua band, come per i Parrots, i Los Nastys e altri gruppi di Madrid. Che cosa ci puoi raccontare di questo quartiere?
E’ il luogo dove siamo sempre, passiamo tante ore nelle strade di quel quartiere. I nostri amici suonano quasi tutti in qualche band e ci ritroviamo spesso lì. Ascoltiamo a vicenda le nostre nuove canzoni e diamo opinioni. E’ una bella comunità di amici.
All’inizio dello scorso anno sono venuto a vedervi a La Riviera: che significato ha avuto per voi quel concerto? Era il segno della fine del tour? Voleva essere una specie di celebrazione? Mi ricordo che alla fine del concerto tanta gente è salita sul palco con voi a ballare e a cantare.
Sì, è stata una celebrazione. Era la fine del nostro tour per “Leave Me Alone”.
Quindi è stato qualcosa di importante per voi?
Sì, La Riviera è un locale molto grande. E’ stato molto importante.
Cosa ha voluto dire per voi ricominciare tutto di nuovo, scrivere, registrare e tutto il processo per creare un nuovo album?
E’ stato bello. Eravamo entusiaste. Abbiamo provato a sopravvivere tutto il tempo. Abbiamo ricominciato nel 2017. E’ stato davvero fantastico. Abbiamo buttato fuori tutte le esperienze che avevamo affrontato in questi due anni di tour. E’ stato piacevole scaricarci da tutto quello che ci era successo.
Avete avuto anche un po’ di tempo per rallentare un po’ e rilassarvi?
A dire il vero no. (ride) E’ diverso da essere in tour, ma noi lavoriamo sempre.
Siete quattro ragazze giovani e belle: ti posso chiedere se avete mai avuto dei problemi sessisti, mentre eravate in tour in giro per il mondo?
Sì, purtroppo è capitato varie volte. E’ accaduto soprattutto in Spagna. A dire il vero è accaduto pure in Italia una volta, ma era uno spagnolo che vive in Italia.
E’ una cosa piuttosto triste.
Sì, sono d’accordo con te, ma spero che piano piano le cose si mettano a posto.
Tornando a parlare di “I Don’t Run”, secondo la tua opinione, quali sono stati i maggiori cambiamenti tra il vostro debutto e il nuovo disco?
Credo che le nostre canzoni abbiano una migliore forma, se devo essere sincera. Credo che abbiamo scritto pezzi un po’ più complessi rispetto al nostro primo album. Penso che le canzoni siano migliori, il sound sia migliore e più ampio e i testi siano più profondi e anche più divertenti allo stesso tempo. Mi piace molto il nostro primo album, ma credo che questo sia fantastico.
Che cosa ci puoi dire della vostra campagnia Pledgemusic, attraverso la quale avete venduto il vostro merch e la vostra musica? Che esperienza è stata per voi? Avete potuto sentire l’affetto dei vostri fan?
Sì, l’abbiamo sentito veramente tanto. I nostri fan sono molto divertenti, mi piacciono molto.
Che cosa ne pensi del vinile e della cassetta, che ora sono tornati in maniera piuttosto importante, dopo tanti anni?
Sì, sono tornati. Sono oggetti assolutamente affascinanti.
Mi ricordo che parlai con voi al tavolo del merch, dopo il vostro concerto al Covo Club di Bologna un paio di anni fa, e mi avevate detto che c’era molta gente che comprava i vostri vinili e le vostre cassette.
Sì, sono assolutamente cool. Mi piacciono molto i formati fisici.
Quali programmi avete per l’estate? Suonete ai festival? Tornerete anche negli Stati Uniti?
Torneremo in tour in autunno e saremo negli Stati Uniti in settembre e in ottobre. E in ottobre saremo anche in Giappone. Poi in novembre e dicembre torneremo in tour nel Regno Unito e in Europa. Mentre all’inizio del 2019 cercheremo di andare in Sud America e in Australia.
Hai qualche nuova band interessante da suggerire ai nostri lettori?
Te le scrivo: QTY di New York City, Duck Duck Grey Duck, The Parrots, Baywaves, Esteban & Manuel, tutti spagnoli, Knox Fortune di Chicago e Grapetooth, anche di Chicago.
Grazie mille. Un’ultima domanda: per favore puoi scegliere una delle vostre canzoni da usare come soundtrack di questa intervista?
Che ne dici di “Finally Floating”?
Ottimo. E’ una delle mie preferite del nuovo disco. Grazie, Carlotta.
Grazie a te.
Credit Foto: Andrea Savall