Se successivamente allo scioglimento dei Supergrass, datato 2010, Gaz Coombes ha aperto il ventaglio creativo ed intrapreso strade più impegnative ed introspettive, l’ex batterista Danny Goffey, dopo la parentesi sotto la maschera di Vangoffey, dimostra invece un attaccamento fedele ed ortodosso al britpop che lo ha fatto conoscere al mondo una ventina di anni fa, e questo “Schtick” ne è manifestazione lampante.
Un album fresco, frizzante, divertente, che attualizza i problemi e le isterie della società moderna ma sempre attraverso il ricettario del britpop più convenzionale, seppur nelle sue venature più punk e guitar, senza particolari intellettualismi o deviazioni di stile.
“Ancient Text” cela dietro l’abito vivace una reprimenda alla violenza contenuta nelle religioni (ed ad un certo punto spunta anche l’amico Brett Anderson come supporto vocale), “Sick Holidays” è una “Girls & Boys” di matrice Blur aggiornata, “Buzzkiller”, “Psychomental”, “I Can’t Leave It Alone” e “Cosmic Bob” delle scintille dalla stoffa maggiormente arzilla e punk.
Una cartolina in chiave moderna perfetta per chi, come Goffey, ha le angolazioni più pimpanti del britpop come seconda pelle.