Lo snobbatissimo “A Saucerful Of Secrets” è in realtà una delle opere più interessanti mai realizzate dai Pink Floyd. A renderlo una pietra miliare nella celebratissima carriera della band britannica è il suo essere sotto ogni punto di vista un album di transizione: quando iniziarono a lavorarci su, nell’estate del 1967, il lato creativo all’interno del quartetto era ancora a tutti gli effetti appannaggio quasi esclusivo di quel Syd Barrett che, complice qualche acido di troppo, all’epoca aveva già iniziato a percorrere il sentiero verso gli abissi della follia.
Gli atteggiamenti sempre più strani e la poca affidabilità sul lavoro convinsero i suoi compagni di viaggio ““ il bassista Roger Waters, il tastierista Richard Wright e il batterista Nick Mason ““ ad affiancargli l’amico David Gilmour alla chitarra, con la speranza di riuscire in qualche modo a sopperire alle evidenti lacune del Diamante Pazzo. Purtroppo la mossa non si rivelò particolarmente efficace: all’inizio del 1968 la mente di Barrett aveva già definitivamente raggiunto il lato oscuro della luna. A quel punto i Pink Floyd decisero di dargli il benservito in maniera forse un tantino discutibile, ovvero semplicemente “dimenticandosi” di passarlo a prendere per andare tutti insieme a un concerto in programma all’Università di Southampton il 26 gennaio.
L’addio venne poi formalizzato solo due mesi più tardi quando i manager della band, convinti che il segreto del loro successo fosse legato esclusivamente al genio psichedelico di Barrett, preferirono licenziarsi per seguirlo in una folgorante quanto brevissima attività solista che purtroppo ci regalò appena due capolavori entrambi datati 1970, “The Madcap Laughs” e “Barrett”. Naturalmente oggi possiamo dire che i fatti non diedero ragione agli sfortunatissimi ex rappresentanti dei Pink Floyd.
Con Waters e Wright a dividersi in parti più o meno eque il ruolo di autori e cantanti, la band completò “A Saucerful Of Secrets” cercando in ogni maniera di reinventare il proprio suono, virando con prepotenza verso i lidi progressivi di “Let There Be More Light” (sì, quel giro di basso che apre il brano è talmente avanti coi tempi da ricordare in maniera impressionante i Chemical Brothers di “Block Rockin’ Beats”) e degli audacissimi dodici minuti della title track. La preziosa lezione appresa l’anno precedente con il magnifico esordio “The Piper At The Gates Of Dawn” non venne però cancellata immediatamente dai quaderni di Waters e compagni: l’album è infatti una sorta di fotografia di un gruppo in rapida evoluzione, immortalato nella delicatissima fase di passaggio tra l’arrivo di David Gilmour e la partenza di Syd Barrett.
Quest’ultimo aleggia su buona parte del disco come uno spirito tormentato che ancora non vuole allontanarsi davvero dalla vecchia casa. Le sue precarie condizioni psichiche non gli impedirono di suonare la chitarra in “Remember A Day” e “Set The Control For The Heart Of The Sun”, l’unico brano nella storia dei Pink Floyd registrato con l’inedita formazione a cinque. Questo senso ambiguo di assenza/presenza che avvolge i quaranta minuti di “A Saucerful Of Secrets” arriva al paradosso in due brani come “See-Saw” e “Corporal Clegg” che, nonostante portino rispettivamente le firme di Richard Wright e Roger Waters, presentano inequivocabilmente i segni di un recente passato “barrettiano” difficile da dimenticare.
La sensibilità melodica del Diamante Pazzo, tuttavia, è una caratteristica impossibile da riprodurre. A darcene un’ultima inconfutabile prova è lui stesso con “Jugband Blues”, una meravigliosa filastrocca psichedelica talmente difficile da classificare da risultare folle esattamente come il suo autore. E così in appena tre minuti si alternano marcette da banda di paese, dissonanti parentesi jazzate e una sognante coda acustica in cui infine Syd Barrett ci saluta, forse addirittura con un filo di malinconia. E prima dell’addio, due ultime domande destinate a restare per sempre senza risposta: And what exactly is a dream? And what exactly is a joke?
Pink Floyd ““ “A Saucerful Of Secrets”
Data di pubblicazione: 29 giugno 1968
Tracce: 7
Lunghezza: 39:25
Etichetta: Columbia Graphophone Company
Produttore: Norman Smith
1. Let There Be More Light
2. Remember A Day
3. Set The Controls For The Heart Of The Sun
4. Corporal Clegg
5. A Saucerful Of Secrets
6. See-Saw
7. Jugband Blues