Dannata domenica, giorno amato e odiato. Così lontanto dal venerdì ricco di aspettative e troppo vicino al lunedì. Giornata dedicata spesso all’ozio e, perchè no, anche alla pigrizia, ma anche a fantasticherie da divano o da prato verde, guardando il cielo e le nuvole. Una giornata con il suo mood particolare e unico, che la cara Hannah Van Loon (in arte Tanukichan) prova a incarnare, mentre il sottofondo musicale si fa sonico e rumoroso, perchè sono le pulsioni più shoegaze che animano la chitarra e il sound della fanciulla.
Ritmi bassi e avvolgenti per la ragazza di Oakland, che predilige l’anima malinconica e riflessiva a un lato domenicale che invece sarebbe potuto essere più sbarazzino. Ma non è questo il lato che interessa alla nostra Hannah. L’ambientazione è povera, ritmicamente parlando, con questa drum machine che scandisce basi spartane, mentre sono chitarra e voce (sempre molto morbida) che danno quelle giuste pungolature affinchè il torpore non prenda il sopravvento. I testi si basano sull’approccio migliore a ciò che la circonda, sempre velati da una sensazione non perfettamente positiva, ma non ci fanno impazzire. Il meglio Hannah lo da quando emergono le distorsioni e i riverberi, in una misura spesso circolare che tende a ipnotizzarci, ma non sempre tutto è così coinvolgente come in alcuni brani ben riusciti (pensiamo a “Natural” o “The Best”, anche se “Bitter Medicine, con il fantasma dei Cure che aleggia nell’aria, è decisamente suggestiva).
Curioso che la traccia finale, “This Time”, sia quella in cui il tutto assume contorni quasi pop. Che sia una previsione per il futuro? Produce tutto il buon Chaz Bear di Toro Y Moi.