Un cantautorato etereo ma dagli slanci energici, dalle idee pure e decise.
Natalie Prass con il suo “The Future And The Past” vuole dare sfogo alle sue paure, alle sue preoccupazioni per il futuro in un’ America trumpiana.
Registrato negli Spacebomb Studios della sua natìa Virginia, in origine l’album che doveva essere pubblicato era un altro, ma l’urgenza di espressione artistica di Natalie a seguito dei risultati elettorali ha stravolto le carte in tavola e quel che è stato dato alle stampe è un lavoro totalmente altro da quello di partenza. Un risultato molto diverso anche dal suono baroccheggiante e dolce del suo LP di esordio “Side By Side” nel 2015.
Un disco che mostra il ritratto di chi lo ha scritto, senza filtri: una donna spaventata e intristita da quello che il suo Paese sta diventando, ma ancora animata dalla voglia di lottare per i diritti delle donne e dell’umanità . Che cerca la solidarietà tra simili, come canta in “Sisters”, emblema anche del suo attivo femminismo.
Ne disco si intrecciano diversi riferimenti sonori, , che rendono attuale ma immortale una base prettamente retrò-pop: soul (ad esempio in “Ship go Down”), funk (come “Oh my”), i groove ritmati di “Fire” e le tante sfumature R’n’b, come quelle di “Lost”. Fulcro assoluto sono i testi, nettamente schierati a livello ideale e politico, ricchi di riverberi e cori che ne sottolineano i passaggi chiave. Non tergiversano ma guardano negli occhi il nemico, decisi ad affrontarlo, a sconfiggere la depressione che la sua vittoria ha causato.
“The Future And The Past” è un prodotto discografico piacevole all’orecchio e palliativo per l’anima. E se non si può definire un lavoro sempre ompiuto o intrigante, è certamente l’ennesima dimostrazione di come la musica con le sue forme abbia un incredibile, inimmaginabile potere di cura dello spirito.