Alla fine di giugno The Milk Carton Kids sono ritornati con questo loro quarto album dal lunghissimo titolo.
Alcune cose importanti sono accadute nella vita del duo indie-folk di Eagle Rock, California nel corso di questi tre anni che hanno separato l’uscita del loro lavoro precedente, “Monterey”, e quella di “All The Things That I Did And All The Things That I Didn’t Do”: Joey Ryan è diventato padre di due bambini, lavora come produttore “Live From Here” con Chris Thile ed è rimasto totalmente disorientato dalle politiche degli Stati Uniti; Kenneth Pattengale, invece, è sopravvissuto al cancro (e nel frattempo ha anche smesso di fumare), ha concluso la sua relazione sentimentale che durava da sette anni e ora produce musica a Nashville.
Il risultato naturale puo’ essere considerato proprio questo nuovo LP, realizzato con una band e dal suono più pieno, che puo’ essere sicuramente considerato come il loro più profondo con temi come la mortalità , la perdita, i cuori spezzati e il declino nazionale.
Registrato lo scorso ottobre all’House Of Blues Studio di Nashville insieme al produttore Ryan Freeland (Bonnie Raitt, Ray Lamontagne), questo quarto lavoro sulla lunga distanza del gruppo californiano vede la presenza di tantissimi ospiti, tra cui anche Pat Sansone dei Wilco al piano, mellotron e Hammond.
La voglia di cambiare da parte del duo puo’ proprio realizzarsi con questo nuovo album, grazie anche all’aiuto dei tanti nuovi collaboratori che hanno dato il loro contributo ai Milk Carton Kids: se troviamo ancora alcuni pezzi acustici e tranquilli come “A Sea Of Roses”, ci sono anche nuove aperture verso territori sonori maggiormente sviluppati e ricchi, come la romantica “Nothing Is Real” o la più cinematica “Younger Years”.
In seguito il primo singolo, il lunghissimo “One More For The Road”, è anche il pezzo centrale dell’album: con i suoi oltre dieci minuti di lunghezza, racconta di una dolorosa storia d’amore, mentre l’atmosfera toccante si lascia cullare da una strumentazione più ampia e ricca.
Tirando le somme, “All The Things I Did And All The Things I Didn’t Do” è un disco piuttosto malinconico e dalle sensazioni cupe, capace di regalare emozioni piuttosto forti a chi lo ascolta: certo non uno di quei lavori che rimangono al primo ascolto, questo LP sa comunque colpire e mostra interessanti segnali di evoluzione da parte dei Milk Carton Kids.