Dopo il bellissimo concerto del luglio dello scorso anno all’Arti Vive Festival di Soliera (MO) nella bella cornice di Piazza Lusvardi, Kevin Morby ritorna in Italia per un’unica imperdibile data nel Giardino Della Triennale di Milano all’interno del TriP Music Festival.
Nel frattempo il musicista nativo di Kansas City, che nello scorso novembre aveva purtroppo cancellato ben tre date nel nostro paese (oltre che una larga parte del suo tour autunnale europeo) a causa della stanchezza fisica e mentale dopo circa due anni on the road, ha preparato un quinto LP che, come ci ha rivelato nella nostra recente intervista, dovrebbe uscire nel corso del 2019: anche se oggi non ci sarà occasione di ascoltare nuovo materiale, fa comunque sempre molto piacere riprendere le canzoni dei suoi primi quattro LP solisti, arrivati dopo le sue esperienze nei Woods e nei Babies.
Dopo il concerto di Sacramento, quando sono passate le nove e mezza da pochi attimi, sale sul palco milanese Kevin Morby, accompagnato dai suoi tre compagni di avventura, Meg Duffy (chitarra, tastiere e backing vocals), Cyrus Gengras (basso) e Nick Kinsey (batteria), che si riveleranno tecnicamente validi quanto il musicista di Kansas City.
E’ “City Music”, la title-track del quarto e più recente album, uscito lo scorso anno per Dead Oceans, a introdurci al mondo di Kevin Morby oggi: è una lunga jam, la prima di tante stasera, a settare l’atmosfera della musica sul rilassato. Anche i quattro sul palco sembrano condividere questa sensazione e, ormai ben rodati con questo nuovo lavoro, possono anche lasciarsi andare con una certa sicurezza: come accadrà anche per altre canzoni proposte stasera, del disco più recente, ma non solo, la versione live ci propone una maggiore energia e una velocità più elevata rispetto a quella originale, senza però perdere le sue ottime capacità melodiche che Morby ci ha fatto da sempre conoscere.
In “Crybaby” le chitarre guadagnano una posizione più importante rispetto alla versione originale, andando ad aumentare il livello di adrenalina, che conseguentemente sale di nuovo con la successiva “1234”, omaggio ai Ramones, breve e dal battagliero spirito punk made in NYC, una città che, come per tanti altri, è stato un punto di riferimento musicale anche per Kevin, che ci ha vissuto per alcuni anni.
Quando, con “Harlem River”, title-track del suo debutto solista datato 2013, l’atmosfera si fa decisamente più cupa e malinconica e i bpm tendono invece a diminuire, l’ex bassista dei Woods dimostra di saper comunque passare emozioni ai propri fan, stasera piuttosto numerosi: la jam finale poi ci riporta su ritmi decisamente più veloci.
E se vogliamo parlare di sentimenti tristi, “Destroyer”, che vede Morby al piano, è una delle canzoni che più ci hanno colpito sotto il punto di vista emotivo oggi: la malinconia e il romanticismo escono dalla sua voce delicata, supportata anche da quella della Duffy. Anche qui è una jam a chiudere il pezzo e a fargli inaspettatamente riguadagnare energia.
La leggerezza di “Dry Your Eyes”è accompagnata da una dolcezza e da un senso di tranquillità che, però, è destinato a cambiare più volte, grazie all’ennesima jam; “Dorothy”, infine, chiude il concerto con un’energia rock pulita e adrenalinica.
Quasi ottanta minuti di concerto in cui Morby ha mostrato ancora una volta il suo valore: certamente profondo debitore della tradizione rock statunitense, e in particolare di quella di NYC, ma con tanta varietà , una buona personalità , un’ottima capacità di descrivere i suoi sentimenti e grandi qualità tecniche.
La speranza è di rivederlo ancora una volta in Italia il prossimo anno, quando il quinto album sarà già uscito, magari ““ perchè no?!?! – su una spiaggia romagnola a noi tanto cara”…