Ryley Walker lo abbiamo già  visto alcune volte dal vivo, ma ogni suo concerto vale sempre il prezzo del biglietto (anche se oggi, se vogliamo essere sinceri, l’ingresso è gratuito): il musicista di Rockford, Illinois ha pubblicato lo scorso maggio, via Dead Oceans, il suo quarto ottimo album, “Deafman Glance” e arriva ora in Italia per presentarlo.

Quella di stasera è la prima delle sue due date (domani suonerà  al Siren Festival di Vasto): un viaggio lungo l’Emilia-Romagna ci fa raggiungere le sempre amate spiagge di Marina Di Ravenna, dove tra poco assisteremo al concerto di Ryley.

Siamo ovviamente all’Hana-Bi che, come dice anche il musicista statunitense, è un luogo che mette sempre di buon umore: durante i quasi ottanta minuti del live, infatti, Walker e la sua band si dimostreranno parecchio felici.

Sono passate da poco le dieci e mezza quando Ryley e la sua band salgono sul palco sotto la tettoia dell’Hana-Bi: dopo aver ringraziato sia fan che locale, la sua simpatia lo porta, come accadrà  praticamente ogni volta che introdurrà  una canzone, a fare qualche battuta o a dire qualche frase divertente.

Con questa sensazione rilassata e tranquilla, il live-show ha inizio con “22 Days”, il primo estratto dal suo nuovo LP stasera: dopo una lunga jam introduttiva ““ la prima di tante stasera – la voce malinconica di Walker, appoggiata dalla sua proverbiale eleganza strumentale, ci porta a visitare il suo mondo. Nulla è lasciato al caso, i dettagli sono curati con precisione, la velocità  rimane bassa (salvo una breve accelerata verso la fine del brano), e, anche se non ci sono i synth presenti nel disco, la sua dimensione poetica non viene mai a mancare.

Difficile descrivere “Spoil With The Rest”: l’intro con precise percussioni, quel senso di leggerezza che pare volerci farci fluttuare, lasciandoci godere dall’alto la vista magnifica della spiaggia e del mare Adriatico, la chitarra che cambia spesso umore, pur senza mai risultare violenta, e soprattutto quella melodia incredibile rendono il pezzo un puro godimento paradisiaco per il pubblico presente sulla spiaggia più famosa d’Italia. I paragoni con i Buckley, sia Jeff che Tim, non sembrano assolutamente fuori luogo.

Non è da meno anche il recente singolo “Telluride Speed”: anche qui il flauto è assente giustificato, ma la voce di Ryley sembra volerci cullare con delicatezza, mentre le jam continuano a susseguirsi e il ritmo a cambiare più volte. Il tocco di magia non manca di certo a Walker e compagni che a ogni brano sanno come esprimere nella maniera migliore i sentimenti che questo vuole dipingere.

La delicatezza di “The Roundabout” è pura gioia per le orecchie, non si riesce a rimanere indifferenti alla passione gentile dei vocals, mentre gli strumenti vi ricamano sopra importanti e graditi ornamenti, rendendolo uno degli highlight di tutto il concerto.

E siccome non volevamo farci mancare proprio nulla oggi, Ryley ci regala anche “Primerose Green”, title-track del suo sophomore e un’altra piccola perla: l’intensità  delle lunghe jam che continuano ad alternarsi, non rovina certamente il senso poetico della canzone, che ha un non so che di buckleyano.

Alla fine dei circa ottanta minuti del concerto non possiamo che applaudire Ryley Walker e la sua band, che anche oggi hanno saputo illuminare la serata in spiaggia con la loro classe, il loro talento e quella loro innata bravura nel disegnare le melodie: il passaggio al banchetto del merch diventa quindi una tappa obbligatoria.