Tornano i James, band inglese emersa in pieno periodo Madchester (scena musicale dalla quale gli stessi hanno comunque storicamente cercato di prendere le distanze) ed affermatasi a cavallo tra ’80 e ’90 con power ballads come “Sit Down” e “Laid”.
“Living in Extraordinary Times” è un lavoro di spessore, dal repertorio variegato e dal tiro melodico e trascinante, tra momenti di rock da stadio, virate post punk ed istantanee acustiche, con uso importante (e, forse, parzialmente evitabile?) del synth, il tutto in un’atmosfera molto molto 90’s ed hi-fi. L’album è peraltro arricchito, nella sua versione deluxe, da demo e bonus track dalle dimensioni e dai sapori maggiormente intimi e dreamy.
“Hank” è una denuncia senza urla alla società e alla scena politica americana attuale, “Coming Home Pt.2” fa da sequel ad un loro vecchio successo (“Come Home” del 1990) con fiati a dare toni di epicità al pezzo e l’intervento dell’amico Brian Eno, si spazia poi tra ballate delicate (“How Hard the Day”) o più strutturate (l’anthemica “Extraordinary Times”) e pezzi incalzanti e super pop-rock (“Better Than That”) o nervosi e turbolenti (“What’s It All About” col suo finale, comunque, country e soave).
In questo “Living in Extraordinary Times” i fan di vecchia data dei James potranno apprezzare, ferma la loro innegabile capacità melodica e compositiva, la voglia continua di tenersi musicalmente giovani e di reinventarsi; per chi li conosce più distrattamente merita comunque una messa alla prova per testare la passione, l’attaccamento e la dedizione che Booth e soci mettono sul piatto da oltre 30 anni.