Popedelici di tutto il mondo unitevi sotto la bandiera dei The Vryll Society. Il gruppo di Liverpool arriva finalmente all’album d’esordio e conferma l’otimo climax ascendente che ha caratterizzato le composizioni della band fin dal loro esordio.
Con “Course Of The Satellite” parliamo di un disco che conferma la splendida propensione dei ragazzi per quello che potremmo definire psych-pop, con una padronanza della materia assoluta e un piglio da veri e propri veterani. Non c’è fretta nel sound dei Vryll Society, le composizioni ci crescono attorno, spesso in modo circolare e ipnotico, lavorando benissimo sull’aspetto ritmico, per poi trovare l’apertura chitarristica che sfocia anche nell’assolo. Immaginate una jam session tra i Tame Impala e John Squire (chitarrista degli Stone Roses), ecco, questo potrebbe essere un ottimo punto di partenza per entrare nel mood aperto e visionario di questo disco.
Dalla popedelia avvolgente della canzone che da il titolo dell’album, posta in apertura proprio come porta maestra da cui passare per lasciare che i nostri sensi siano completamente inebriati, al ritmo che si fa più incalzante in “Shadow OF A Wave” alla magia classicamente Verve di un pezzo spaziale e suggestivo come “Andrei Rublev“, al disco non manca niente per essere già un classico del genere. Se volete testare la versatilità della band, beh, provate ad assaggiare “Inner Life”, dalle trame quasi funk e ballabili che sposano comunque la popedelia.
Le aspettative, alte, sono state tutte mantenute e confermate! Ottimo lavoro!