“Thank You for Today” è un disco che segna il tempo per i Death Cab for Cutie e non solamente per la mancanza di Chris Walla, ma perchè agisce come uno spartiacque dei venti anni di carriera in cui volente o nolente si è invecchiati, cambiati e si è stati capaci di rivisitarsi.
Il punto chiave però è capire come si sta invecchiando:”Something About Airplanes” è sempre nello specchietto retrovisore (in un anniversario così importante) ed è difficile non farne riferimento parlando di quest’ultimo lavoro, che è complessivamente poco lucido e disorientato ma che, allo stesso tempo, è capace di regalare dei picchi di profondità come in “Northern Lights”, con il featuring della Mayberry dei CHVRCHES.
Ben Gibbard ha superato i quaranta e, dalla presentazione del lavoro, ha sempre dato la percezione di capire la portata del disco che, in un modo o nell’altro, cambierà la percezione e la considerazione della band per gli anni a venire.
Un elemento favorevole di “Thank you for Today” è la capacità di presentare allo stesso tempo elementi di continuità e discontinuità con la storia di Gibbard e co.
I brani che spezzano di più con la tradizione sonora del gruppo di Washington sono “Gold Rush” e “I Dream we Spoke Again”: in queste due tracce la band tocca corde di contemporaneità e attualità , in un momento storico in cui l’americano medio passa più di 12 ore al giorno davanti a uno schermo e l’insoddisfazione umana si riassume guardando un video di gattini, magari in una live You Tube.
Molti temi alla Black Mirror, basta vedere anche i video che hanno accompagnato i singoli, potevano essere toccati con più rabbia e non solo con brani dall’elevato tasso di evanescenza digitale, in questo disco infatti la poetica di Gibbard sembra più stanca del solito e personalmente fatico a capirne il motivo.
Tornando ai pezzi del disco: “60 & Punk” è una ballad malinconica che comunque ci fa capire l’ecletticità incredibile della band che riesce ad essere, contemporaneamente, profondamente desolante e radiofonica.
I brani, per quanto alcuni possano risultare già sentiti, riescono ad essere delle icone di stile per i Death Cab e si ancorano perfettamente al sound e alla poetica del gruppo.
La sostituzione di Walla con una nuova chitarra e un tastierista hanno dato un nuovo vocabolario per gli arrangiamenti ai Death Cab, che probabilmente dopo un sodalizio così stretto, è ancora troppo acerbo per essere giudicato.
Le canzoni comunque, nonostante queste nuove accortezze sonore, riescono a farci sempre sentire a casa, ma proprio questa incredibile zona di confort trovata dalla band rischia di essere un problema per chi ascolta “Thank You for Today” cercando qualcosa di innovativo.
Se, per citare Groucho Marx, “Il matrimonio è la causa principale del divorzio“, speriamo che la separazione da Walla non lasci uno strascico troppo doloroso e protratto nel tempo. Per ora “Thank You For Today” è stato un test arguto, anche se per alcuni è un semplice “ritenta sarai più fortunato”.
Gibbard non ha bisogno di fortune o illuminazioni divine, la sua è una poetica forte e sicuramente sarà capace di ridare linfa fresca alla band e se questo è un punto di inizio o svolta lo sapremo tra qualche tempo/album.
Alla fine di tutto, anche se non nel loro massimo splendore, possiamo goderci i Death Cab for Cutie che hanno sfornato un disco perfettamente pre-autunnale.