Se vogliamo essere banali possiamo dire che Amsterdam è famosa per i suoi coffee-shop e per il suo quartiere a luci rosse: non essendo mai stati nella capitale olandese, in questi due velocissime giornate a nostra disposizione, rimaniamo invece affascinati dai suoi splendidi musei, dalla tranquillità e dalla vivibilità della città , dai suoi canali e dai confortevoli parchi.
Non è tutto, però, perchè ciò che ci riguarda maggiormente sono le venue musicali e ci basta citare Melkweg e Paradiso per chiudere immediatamente i giochi con una grande vittoria.
Proprio quest’ultimo locale ospita oggi il concerto di Haley Heyndericks, che arriva a presentare il suo bellissimo esordio, “I Have To Start A Garden”, uscito all’inizio di marzo via Mama Bird Recording Co., e prodotto da lei stessa insieme a Zak Kimball.
Ci troviamo al piano superiore nella sala piccola e le presenze si aggirano intorno alle sessanta, qualcuno è pure seduto ai tavolini, altri invece per terra davanti al palco: con un piccolissimo ritardo ““ dovuto al fatto che la musicista di Portland doveva stamparsi il biglietto per il treno che, poco dopo il concerto l’avrebbe portata verso il Vlieland, dove domani a mezzogiorno suonerà all’Into The Great Wide Open Festival ““ alle otto e cinque Haley si presenta sul palco del famosissimo locale della capitale olandese.
La ragazza di origini filippine è sola per questo tour europeo (“non tutti i musicisti della mia band erano disponibili”, spiegherà nel corso del suo live-show) e questo limiterà un po’ le capacità del suo sound, ma di certo non la scoraggia.
Timida, ma comunque determinata e molto garbata, Haley trova sempre la parola giusta per il pubblico dei Paesi Bassi, mentre accorda la sua chitarra tra una canzone e l’altra.
E’ “The Bug Collector” a introdurci nel suo mondo fatato: dopo un lungo intro strumentale, è la voce della Heynderickx a incantarci immediatamente. I suoi gentili arpeggi la aiutano a creare un brano dall’atmosfera rilassata e pacifica.
Ovviamente, a causa appunto della mancanza degli altri musicisti sul palco, la successiva “Show You A Body” non ci regala le stesse sensazioni jazz che avevamo ascoltato sul disco, ma rimaniamo comunque colpiti dalla interessanti accelerazioni della chitarra e ancora una volta dai vocals della folk-rocker statunitense, che sembra avere qualcosa di magico.
Ancora le doti vocali di Haley si rendono protagoniste in “Tour Song”, nuova canzone quasi completamente a cappella, che racconta delle sue esperienze in tour negli ultimi mesi.
La vecchia “Fish Eyes”, title-track del suo primo EP datato 2016, continua a crescere e ci propone belle armonie, mentre “Simple Song”, con il suo fingerpicking semplice, ci sa donare tanta leggerezza.
La lunghissima “Worth It” si divide in due parti, la prima intensa e con ottime melodie, la seconda passionale, calma e piena di sentimenti intensi: se non l’avessimo mai ascoltata prima, avremmo senza dubbio pensato di trovarci di fronte a due canzoni separate.
Il set si chiude con “Oom Sha La La”, il brano più “commerciale” ““ se così possiamo dire ““ del suo disco: il pubblico è invitato da Haley a cantare il coro, assolutamente catchy, insieme a lei.
E’ passato più di un’ora e la musicista di Portland, dopo un breve passaggio al banco del merch, deve volare alla pur vicina Centraal Station, perchè il suo treno non l’aspetta: noi, invece, rimaniamo ancora con l’opinione che ci siamo fatti all’inizio del suo concerto. Magia pura. E nonostante non ci fosse una band a supportarla! La Heyndericks è stata molto brava a trasmettere i sentimenti e le emozioni attraverso le sue canzoni e noi non possiamo che restare incantati dalla sua musica e dalla sua splendida voce.