A distanza di un anno e mezzo dall’ottimo sophomore, “American’s Velvet Glory”, realizzato all’inizio del 2017, questo weekend esce il nuovo album dei Molochs, che abbiamo visto su un piccolo palco in una notte di fine primavera lo scorso anno al Parc Del Forum di Barcelona, durante il Primavera Sound.
Il disco precedente aveva un fascino nostalgico e ci aveva regalato canzoni senza tempo, ma anche questo lavoro sembra rispondere bene, seppure il sapore sia in parte diverso: non che venga a mancare il gusto retrò, ma qui c’è più di una influenza brit-pop ““ soprattutto nei vocals del frontman Lucas Fitzimons, che più di una volta hanno un non so che di Oasis.
Ci sono, però, parecchi aggettivi a dipingere il quadro sonoro della band californiana, già a cominciare dalla bellissima “To Kick In A Lover’s Door”, che apre il disco con delle deliziose chitarrine jangl, accompagnate da melodie pop convincenti e dalla voce di Lucas che disegna passione e sentimenti.
La bellezza della title-track, con la sua leggera dose di psichedelia anni ’60 e la sua spendida tranquillità , ci riporta subito alla mente i Kinks e il loro spirito solare.
Gustosa anche la successiva “Pages Of Your Journal”, dove riesce a convive senza problemi un mix fatto di acidità psych e chitarre che ci trasportano su puliti territori country-folk.
La conclusiva “All The Things That Happen To Me” sembra voler lasciare uscire quella luminosità tanto cara al loro stato di origine, mentre “Wade In The Water” pare uscire dalla penna degli Stone Roses.
Se da una parte possiamo accusare i Molochs di essere terribilmente nostalgici, dall’altra siamo pronti a perdonarli perchè la bellezza delle loro melodie pop ““ spesso accompagnate da leggeri tocchi psichedelici ““ è capace di farci innamorare fin dal primo ascolto.