Dopo la dipartita del cantante Stu Ross dalla band, è il chitarrista Chase Brenneman a fare un passo avanti e mettersi al microfono principale; il controverso “Holy Shit” (la copertina del quale aveva tutte le sembianze di una Bibbia o simili…) aveva riscosso un buon seguito e dei buoni giudizi, creando peraltro un folto gruppo di aficionados.
Questo “Island” fila via bene sul suo binario, senza particolari picchi, col suo pop punk piuttosto scolastico, ma con discreta energia: si alternano momenti in cui si picchia duro sul rullante e sulla grancassa a momenti a marcia più lunga e comoda.
Niente di memorabile, ma nemmeno da buttare via, si sente comunque la mancanza di un qualche valore aggiunto che possa dare concretezza e una peculiare personalità all’album e alla band di Vancouver: i fan accoglieranno con piacere questo ritorno?