Capitano spesso cose strane che non sappiamo spiegarci: avevamo programmato di ritornare, dopo tanti anni, a fare un giro veloce a Parigi, approfittando del concerto di Jess Williamson, ma un danno elettrico che ha messo completamente fuori uso il radar dell’aereoporto di Beauvais, un’ora a nord della capitale francese, ci ha fatto cancellare tutti i nostri progetti e ritardare in maniera incredibile la nostra schedule.
Tempo di una doccia e siamo di nuovo fuori, anche se ormai è già pomeriggio avanzato: basta mangiare qualcosa e immergersi nella musica che, per fortuna, il volto della giornata spesso riesce a cambiare in positivo.
L’Espace 2, amato locale dove negli ultimi anni hanno suonato moltissimi degli artisti che più ci piacciono, è ormai chiuso da alcuni mesi a causa di problemi tecnici e allora il live di stasera è stato spostato in un locale segreto nella zona della Borsa, il cui nome e indirizzo ci vengono comunicati solo via e-mail.
La venue è un posto veramente elegante e sembra poter essere perfetta per la musica di Jess Williamson, che nel frattempo è già in sala e sta scambiando alcune chiacchiere con i suoi fan parigini prima di questa sua seconda data del suo tour europeo.
Aggraziata e dai bei lineamenti, la musicista nativa del Texas indossa un vestito semplice, ma molto elegante e che lei sa portare con stile: il piccolo locale della capitale francese si è nel frattempo riempito parecchio e, qualche minuto dopo le otto e mezza, Jess sale sul palco accompagnata dalla sua band.
Il suo terzo album (e primo per la Mexican Summer), “Cosmic Wink”, è uscito lo scorso maggio e le ha dato una meritata visibilità che fino a ora non era arrivata: la magia del suo disco sembra aver oparecchi riscontri positivi anche nel vecchio continente.
Non ci vuole, infatti, molto per lasciarci incantare dalla bellezza della musica della ragazza ora di stanza a Los Angeles: con le sue chitarre pulite, le percussioni leggere e quella voce gentile già l’iniziale e breve “Awakening Baby”, ricca di passione e incapace di nascondere le proprie emozioni, ci sa colpire duramente al cuore e l’ottima acustica della venue non fa che aiutare la texana in questo scopo.
I vocals della Williamson mettono bene in luce i sentimenti in “Dream State”, che va a calpestare territori country-folk: le sue ottime armonie ci fanno davvero sognare, prima di una lunga jam finale che vede la musicista statunitense alle tastiere.
Nel singolo “I See The White” arriva anche la prima armonia vocale insieme a Shane Renfro, che non è solo un componente della sua band, ma anche il suo fidanzato e il produttore del suo LP più recente, e anche qui il risultato è pieno di passione.
Non è da meno anche “Love On The Piano”: la dolcezza dei vocals di Jess, qui accompagnata da una strumentazione minimale, ci sa regalare un’altra dose di emozioni sincere e dirette.
E sono ancora le doti vocali della musicista statunitense a mettersi in mostra in “Thunder Song”, che inizia con una breve parte a cappella, prima dell’entrata degli strumenti.
La serata si chiude con “Wild Rain”: l’atmosfera cupa, ben supportata da decise percussioni, ci regala gli ultimi sentimenti di questo live.
Poco più di cinquanta minuti in cui la Williamson ha mostrato le sue ottime doti sia vocali che tecniche e, soprattutto, ha saputo colpire in maniera molto intensa il cuore del pubblico parigino: speriamo di rivederla presto, magari anche in Italia. Oggi la promozione è più che meritata e i voti sono molto alti.
Photo Credit: Kathryn Vetter Miller