Un disco piacevole questo “A Better Life” degli Spring King, gruppo proveniente da una cittadina inglese di nome Macclesfield nota soprattutto ai fan dei Joy Division per essere stata la casa base di Ian Curtis.
La band nasce nel 2012 come progetto solista del compositore e produttore Tarek Musa che suona la batteria e canta. Non sicuramente il compito più facile per un frontman in seconda linea che però si difende bene anche nelle performance dal vivo. La formazione si completa solo qualche anno dopo, grazie all’arrivo di alcuni tra i compagni di scuola di Tarek ossia, Peter Darlington, Andy Morton e James Green che conferiscono, oltre che l’immagine, anche il sound giusto alla band.
Il loro genere spazia da un’alternative rock dalle contaminazioni post-punk revival, caratterizzato da una forte componente pop ricordando band quali VANT, Darlia e Circa Waves.
A differenza del precedente “Tell me if you like to go” il nuovo lavoro è caratterizzato da una produzione più patinata e sonoramente più certosina, un’evoluzione di suono che a tratti può risultare molto compressa e al limite del plasticoso , forse a volte troppo precisa per un alternative band, ma al contempo perfetta per una pop band.
Di sicuro “A Better Life” è ricco di canzoni che si fanno volere bene all’istante, forti di una componente pop e danzereccia perfetta per le masse. Una canzone come “Ready for War” potrebbe tranquillamente far ballare qualche centinaio di persone al Koko di Mornington Crescent, oppure attirare l’attenzione ad un festival qualunque anche se suonata alle 2 del pomeriggio.
La vera forza di questo disco è proprio il comparto melodico, un bel gruzzoletto di canzoni intelligenti, furbe e ben suonate che entrano in testa all’instante aggrappandosi saldamente tra incudine, staffa e martello. La classica melodia da cantare sotto la doccia, il motivetto da fischiettare in bicicletta, insomma qualcosa che rende felici all’ascolto e curiosi a tal punto da farci salire sulla giostra zeppa di colori degli Spring King.
Se avete voglia quindi di rilassarvi il cervello dopo l’ascolto di qualche disco impegnativo, questo è proprio l’album che fa per voi.