Ultima serata del nostro weekend in Terra D’Albione: oggi ci siamo spostati verso sud e più precisamente a Brighton, nota città sulla costa meridionale del Regno Unito, molto vivace e frizzante per la presenza di molti universitari e con una ricca e interessante scena musicale.
Se l’apice lo si raggiunge a maggio nel weekend del Great Escape, quando si possono ascoltare decine di band ““ per la maggior parte ancora poco conosciute ““ provenienti da tutto il mondo, anche durante il resto dell’anno non manca comunque la vitalità poichè molti artisti, sia locali che stranieri, decidono di passare da Brighton a suonare.
Stasera, al Green Door Store, situato sotto la stazione dei treni in locali che una volta ospitavano un mercato, si esibiranno gli Any Other, il progetto della veronese Adele Nigro, e a seguire i catalani Mourn.
Sono passate da poco le otto e mezza, quando la musicista ora di stanza a Milano, insieme ai suoi tre compagni, sale sul palco della venue inglese: sin da subito la Nigro, autrice dell’ottimo “Two, Geography”, uscito da poche settimane via 42 Records, si mette in luce con complicate raffinatezze chitarristiche, unico supporto alla sua calda e dolce voce. Solo in un secondo momento entrano il piano prima e la sezione ritmica in seguito: la malinconia dei vocals non nasconde, però, l’eleganza della strumentazione, che è in continua crescita per tutti i cinque minuti di “A Grade”, il brano che apre anche il loro sophomore.
E’ proprio il piano di Marco Giudici che regala grande brillantezza alla successiva “Walkthrough”, mentre le gradite raffinatezze strumentali di “Breastbone”, incluso un drumming coraggioso e intenso, anche dal vivo ci ricordano tantissimo le migliori cose di Ryley Walker, uno dei musicisti più interessanti e capaci della nuova generazione a stelle e strisce.
“Mother Goose” vede Adele esibirsi in totale solitudine, accompagnata solo dalla sua chitarra acustica, in quello che probabilmente è il momento più malinconico del concerto, mentre “Geography”, anch’essa dalle tinte chiaro-scure, è passionale ed elegante e continua a trovare il coraggio di sperimentare fino alla fine: convincente ed educato, il live-show di Adele e compagni ci mostra come questi ragazzi meritino visibilità ben oltre i nostri limitati e stretti confini nazionali.
Mancano pochi minuti alle nove e quaranta quando è invece il turno dei Mourn: la band di Maresme si presenta ormai da qualche mese con la nuova bassista Laia Marti dei Crab Apples, che ha sostituito la piccola Leia Rodriguez, che ha invece deciso di riprendere la scuola.
Il loro secondo album, “Ha. Ha. He!”, non era praticamente stato portato in tour a causa della disputa con la loro vecchia casa discografica spagnola, la Sones: ora finalmente i Mourn sono liberi da ogni vincolo con l’etichetta iberica e, grazie all’aiuto della Captured Tracks di Mike Sniper, sono tornati a portare la loro musica in giro per il mondo.
Già durante il concerto degli Any Other abbiamo potuto vedere la positività nel rapporto fra questi ragazzi spagnoli, che continuavano a scherzare, a ridere e ad abbracciarsi e, a testimonianza di ciò, in apertura del loro live-show, arriva questo gesto ““ forse un rituale preconcerto ““ che li vede tutti e quattro colpire violentemente la batteria di Antonio Postius, durante l’intro della serata.
Il gruppo catalano, che ha pubblicato il suo terzo LP, “Sorpresa Familia”, lo scorso giugno, non nasconde la sua voglia di esibirsi e l’adrenalina lanciata in quasi ogni attimo del loro live-show ne è buona dimostrazione: è l’iniziale “Barcelona City Tour”, che apre anche il disco più recente, a mostrarci subito la grande energia e rabbia del gruppo catalano, attraverso le grida feroci e aggressive del ritornello.
La voce di Jazz Rodriguez è cattiva e incontenibile nel coro di “Strange Ones”: il pezzo sa trasformarsi, passando dalla esplosività punk del ritornello a paesaggi sonori più riflessivi, ritornando poi nuovamente incontenibile.
“Fun At The Geysers” poi è molto più intenso, ma non meno divertente della sua versione su disco: qua sono soprattutto le potenti percussioni di Postius a riuscire a impressionare il pubblico di Brighton.
“Otitis” è una vera bomba con le sue ottime melodie, le chitarre tirate e rumorose che ci riportano all’alt-rock anni “’90 e le voci della Rodriguez e della Perez Vas che si uniscono perfettamente, prima che quest’ultima scenda a suonare in mezzo al pubblico.
La velocità continua ad alzarsi, prima attraverso la grande esplosività della vecchia “Gertrudis, Get Through This”, e in seguito con “Thank You For Coming Over”, che non nasconde la sua cattiveria che esce attraverso le grida delle ragazze.
L’inizio di “Sun” ci dà una piccola dose di tranquillità , trasportandoci su panorami sonori decisamente più morbidi e riflessivi, ma è tempo di poco prima che le sei corde ricomincino a gridare in maniera rabbiosa.
“Your Brain Is Made Of Candy”, invece, è il momento più rilassato e malinconico della serata, ma allo stesso tempo risulta divertente, mentre il drumming di Antonio continua a crescere in maniera pesante; “Bye, Imbecile!”, infine, pur con i suoi vocals gridati e una strumentazione decisamente adrenalinica, sa mostrare anche una faccia più melodica dei Mourn.
Cinquantacinque minuti circa per questi giovani ragazzi spagnoli che hanno dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse mai bisogno, che la personalità non gli manca: le loro influenze alt-rock anni “’90 sono evidenti, ma la qualità e l’energia non mancano certamente a Carla, Jazz e compagni. Un altro live-show decisamente valido, che sa colpire in faccia i presenti grazie all’intensità che è capace di emettere.