Non è mai stato tenero J Mascis con “Bug”, terzo album dei “suoi” Dinosaur Jr. Non lo ascolta spesso, non lo ricorda con piacere, nonostante sia diventato uno dei preferiti dei fan. “Bug” è il suono di una band che sta andando in pezzi ha detto più e più volte, scuotendo la testa. Meravigliato dall’affetto che ancora circonda questi trentacinque minuti e mezzo di rumorosissima musica. Dopo “Dinosaur” (1985) e “You’re Living All Over Me” (1987) la fragile democrazia che aveva impedito ai Dinosauri di estinguersi era a serio rischio. J ormai abitava a New York e la partnership creativa e compositiva con il batterista Murph e il bassista Lou Barlow (che aveva iniziato quella che sarebbe diventata una sorprendente carriera parallela con i Sebadoh) era praticamente inesistente.

“Bug” è il disco della resa dei conti. Pubblicato dalla SST di Greg Ginn dei Black Flag. Creato, pensato dal solo J Mascis a tu per tu con l’inseparabile chitarra molto tempo prima delle session di registrazione vere e proprie. A Murph e Lou Barlow non restava altro da fare che eseguire gli ordini, suonando quel che dovevano senza poter replicare. I Dinosaur Jr. nel 1988 erano diventati la band di J (come Barlow ha ammesso amaramente) eppure viaggiavano col vento in poppa, erano stati adottati dal circuito delle radio universitarie americane raccogliendo il frutto di anni di lavoro nell’ombra.

Robert Pollard dei Guided By Voices ha detto una cosa giustissima: che i dischi dei Dinosaur Jr. iniziano sempre con delle canzoni incredibili. Ad aprire “Bug” era ed è “Freak Scene” che in questi trent’anni è diventato un classico con quelle due righe iniziali (“Seen enough to eye you \ But I’ve seen too much to try you“) e quel ritornello (“The weirdness flow between us \ anyone can tell to see us“) che tanti musicomani e musicofili hanno imparato segretamente a canticchiare, dedicandole all’hater di turno.

“Bug” ha segnato la fine di un’era per i Dinosaur Jr. che negli anni novanta avrebbero abbandonato le etichette indipendenti e firmato per una major. Ha gettato le basi per la futura carriera solista di J Mascis, che lasciava intravvedere quanto di buono avrebbe fatto in seguito in canzoni come “No Bones”, “Let It Ride” o “Pond Song”. L’apporto di Lou Barlow in questo terzo disco è limitato alla velenosa, brutale “Don’t”. Scritta da J Mascis e fatta cantare all'(ex) amico che ci mette cuore, anima, rabbia, polmoni urlando un’unica frase (“Why don’t you like me“) per quasi cinque minuti.

Pochi mesi dopo l’uscita di “Bug” il rapporto tra Barlow e J Mascis sarebbe finito nel modo peggiore tra accuse, ripicche, tribunali, storie di royalties non pagate. La line – up originale dei Dinosaur Jr. si stava lentamente disintegrando e per i decenni successivi sarebbe stato J Mascis ad occuparsi del futuro dei Dinosauri traghettandoli nel nuovo millennio. Solo nel 2005 Lou Barlow, J Mascis e Murph hanno sotterrato l’ascia di guerra, per poi suonare i primi tre album (incluso “Bug”) dall’inizio alla fine in una serie di concerti. Facendo finalmente pace con un disco che nel bene e nel male ha rappresentato una parte importante della loro carriera.

Data di pubblicazione: 31 ottobre 1988
Registrato a: Fort Apache North Studios (New England)
Tracce: 9
Lunghezza: 35:24
Etichetta: SST
Produttori: J. Mascis

Tracklist
1. Freak Scene
2. No Bones
3. They Always Come
4. Yeah We Know
5. Let It Ride
6. Pond Song
7. Budge
8. The Post
9. Don’t