Ogni mese escono valanghe di dischi. Pure troppi a volte. Starci dietro non è facile, nemmeno per noi. Così sulla nostra personale agenda ne abbiamo selezionati, in anticipo, dieci che, forse, potrebbero (nel bene o nel male) colpirci. Magari ci sbagliamo, ma la buona volonta ce l’abbiamo messa.

MARIANNE FAITHFULL
Negative Capability
[BMG]
Release date: 2 novembre

Ventunesimo album, 54 anni di carriera, collaboratori come Warren Ellis, Nick Cave, Rob Ellis, Ed Harcourt e Mark Lanegan in un disco che si presenta come una brutale, onesta e autobiografica disamina di una vita e di amici che non ci sono più. Cosa aggiungere?
Lo struggente singolo “The Gypsy Faerie Queen” è da pelle d’oca.

BILL RYDER-JONES
Yawn
[Domino Recording Co]
Release date: 2 novembre

Con tutte le produzioni che lo vedono protagonista si corre il rischio di dimenticare che l’ex membro dei The Coral è un cantautore di assoluto rispetto e valore e non solo un affermato produttore. Il nuovo album di Billy Rider-Jones, interamente registrato e prodotto in autonomia, si preannuncia come un lavoro che si farà  inevitabilmente strada dopo svariati ascolti, niente di immediato quindi, ma qualcosa che ci conquisterà  strada facendo: morale della favola? Non vediamo l’ora di sentirlo. I singoli si muovono su sentieri avvolgenti e autunnali, pronti a far emergere una vera e propria anima chitarristica intensa.

DEAD CAN DANCE
Dionysus
[Pias America]
Release date: 2 novembre

Sin dalla nascita nel 1981, il duo australiano dei Dead Can Dance è sempre stato affascinato dalle tradizioni folk europee, non solo dal punto di vista musicale, ma anche da quello secolare, religioso e spirituale. Prendendo ispirazione da ciò, Brendan Perry, in questo nuovo album esplora le feste del raccolto e della primavera tipiche della tradizione religiosa legata a Dioniso, un viaggio che porta alla luce le cerimonie e i riti che vengono praticati ancora oggi. L’album comprende due atti attraverso sette movimenti che rappresentano le diverse sfaccettature del mito di Dioniso e del suo culto, e assume la forma musicale di un oratorio nello stile cinquecentesco. Le voci utilizzate in questi movimenti rappresentano alcune comunità  in festa che cantano e il loro scopo è quello di trasmettere emozioni oltre ai confini del linguaggio stesso.

THE PRODIGY
No Tourists
[BMG]
Release date: 2 novembre

C’è bisogno di spendere ancora parole sulla creatura musicale di Liam Howlett? Diciamo tranquillamente di no. Che il rave abbia inizio!


J MASCIS
Elastic Days
[Sub Pop Records]
Release date: 9 novembre

Quando non è impegnato a dispensare rumore e melodie ad alto tasso chitarristico con i Dinosaur Jr, il buon J Mascis entra in un mondo più morbido ed acustico. Il successore di “Tied To A Star” (2014) vede Mascis impegnato a suonare un po’ tutti gli strumenti, con l’aiuto di qualche amico come Mark Mulcahy, Pall Jenkins e Zoà« Randell. Le anticipazioni sono davvero di buon livello.

MUSE
Simulation Theory
[Warner Bros.]
Release date: 9 novembre

Già  la copertina ci manda in overdose. Sul suono, beh, con i Muse ormai si sa bene dove andare a parare. Ridondanti e sovrabbondanti. Dove dovrebbero togliere di solito loro aggiungono. Ma hanno uno zoccolo duro di fan che, crediamo, si sia proprio abituato a questa pomposità  e, vada come vada, l’apprezzi. Buon per loro. Le prime anticipazioni non ci fanno certo impazzire.

SMASHING PUMPKINS
Shiny and Oh So Bright Vol. 1 / LP: No Past. No Future. No Sun
[Napalm Records]
Release date: 16 novembre

Non si limitano al tour. Gli Smashing Pumpkins, quasi in formazione originale, piazzano anche un disco di inediti e, per adesso, le anticipazioni soddisfano i nostalgici, con un suono decisamente anni ’90, sopratutto “Solara”, mentre in “Silvery Sometimes” emerge il lato più pop-rock. Basterà  il ritorno di James Iha e Jimmy Chamberlin a ridare vigore alla stella creativa di Corgan? Per ora, nella dimensione live, diciamo proprio di sì, ma per lo studio le cose potrebbero essere diverse.

THE GOOD THE BAD & THE QUEEN
Merrie Land
[Studio 13]
Release date: 16 novembre

Una ode al Nord Inghilterra. Con queste parole Damon Albarn introduceva il nuovo disco dei The Good, The Bad & The Queen atteso per anni, 11 per la precisione, e saltato fuori quasi dal nulla dopo mesi di conferme, smentite e indiscrezioni.
I nomi degli ‘attori’ coinvolti nel progetto, oltre ad Albarn l’ex Clash Paul Simonon, Simon Tong dei Verve e il batterista storico di Fela Kuti Tony Allen, al quale si aggiunge Tony Visconti in qualità  di produttore, giustificano la spasmodica attesa che ha accompagnato la gestazione di “Merrie Land”. Ad oggi ‘i buoni, brutti e la regina’ sono, con buona pace dei Gorillaz, il miglior side-project del cantante e leader dei Blur ? Rimandiamo al 16 novembre l’ardua sentenza.

ART BRUT
Wham! Bang! Pow! Let’s Rock Out!
[Alcopop!]
Release date: 23 novembre

Erano fermi ai box da troppo tempo gli Art Brut, ma ora Eddie Argos è tornato bello carico. Il titolo fumettistico è quello classico da scazzottata, e quindi aspettiamoci proprio di essere presi a pugni da quell’indie-punk-rock che è sempre stato il marchio di fabbrica della band. Eddie ci tiene a dirlo chiaro e forte, a proposito del primo singolo che da il titolo all’album: “E’ un pezzo che parla del farsi nuovi amici. Hey occhio! Siamo tornati e parecchio ringiovaniti pure. Gli Art Brut stanno arrivando al tuo party, che la cosa ti piaccia o meno“.
Da notare la presenza nella band di Toby McFarlane (ex Thirteen:13 e Stone Gods) e di Charlie Layton (ex Wedding Present).

THE 1975
A Brief Inquiry Into Online Relationships
[Dirty Hit]
Release date: 30 novembre

Come abbiamo già  detto, album come “OK computer” o “The Queen is dead”, che la band ha usato come possibili confronti per questo “A Brief Inquiry Into Online Relationships”, possono dormire sogni tranquilli. Gli assaggi fino ad ora ascoltati ci mostrano i soliti 1975 che cannibalizzano ogni genere, passando dal pop, al lo-fi, al soul-jazz fino all’R&B, anche se il guitar-rock degli esordi pare ormai lontanissimo. Canzoncine carine e immediate, ma pur sempre canzoncine come “It’s Not Living (If It’s Not with You)” o “TooTimeTooTimeTooTime”, non raggiungono certo le vette toccate da Smiths e Radiohead nei loro rispettivi terzi album. Giudicheremo il lavoro nella sua completezza per capire se i 1975 hanno peccato di superbia.