Non ho mai seguito da vicino la carriera di Marianne Faithfull, non mi posso considerare un suo estimatore e nemmeno un profondo conoscitore, ecco perchè non mi avventurerò in confronti con la produzione precedente della Faithfull, che giunge con questo “Negative Capability” al suo 21 album. Eppure mi posso permettere di dire che so riconoscere quando una canzone è bella oppure no, quando un brano ti entra dentro e quando l’empatia che si crea è così forte e vibrante che si ha la pelle d’oca.
Marianne Faithfull appartiene a quell’elenco di eroi della musica che hanno lasciato un segno indelebile. Vi troviamo gente come Leonard Cohen, Nick Cave e Johnny Cash, tanto per citare tre nomi al volo, artisti per cui la musica era (è nel caso di Cave) davvero arte, un mezzo per trasmettere idee, pensieri, suggestioni ed emozioni. Qui la Faithfull, basta vedere i vari autori dei brani, si fa aiutare da talenti assoluti come lo stesso Cave, Warren Ellis, Ed Harcourt, Rob McVey e Mark Lanegan: capirete che di fronte a una simile squadra quello che stiamo ascoltando non è più musica che merita la “m” minuscola, ma prende automaticamente quella maiuscola.
Marianne Faithfull si pone di fronte allo specchio, traccia una linea nella sua vita e si guarda indietro, oltre quella linea, senza rimpianti o paure, ma con una sincerità e una fierezza che commuovono, aiutata da ballate una più toccante dell’altra, in cui spiccano un violino onnipresente, il piano, le chitarre tanto sussurrate quanto vive e taglienti (“They Come At Night”), ma sopratutto quella sua voce drammatica, anche sgraziata a tratti, ma perfettamente funzionale. Oltre quella linea c’è la consapevolezza e l’angoscia d’invecchiare, il dolore delle perdite e il dolore per la salute che sta andando sempre più via: speranze e amarezze che si fondono e si mescolano, frutto di una vita vissuta e di una maturità ormai conclamata, in cui la spensieratezza della gioventù si è trasformata in osservazione acuta e intensa della realtà personale.
Un disco doloroso, certo, eppure che non trasmette sconforto in chi lo ascolta. Tutt’altro. Una sensazione di meraviglia e di conforto, nonostante tutto, ci pervade. Dobbiamo essere grati ad artisti simili per album di un tale peso specifico. Grazie Marianne.