L’album di debutto dei The Blinders è finalmente uscito. Questi tre giovanissimi di Doncaster che vivono e studiano Manchester, sono stati menzionati per un bel po’ nelle varie riviste musicali inglesi, confermando la grossa attesa per questo debut intitolato “Columbia”. Beh che dire, ne è valsa la pena ragazzi, questo disco è veramente interessante, magnetico, d’impatto e rock’n roll 100%.
In realtà bisogna dire che qualche luna è passata dal loro debutto nel 2016 quando con l’EP “Hidden Horror Dance” cercavano di farci ascoltare qualcosa di sensato, in un rodaggio che alla fine li ha portati a collaborare con il leggendario produttore Gavin Monaghan ovvero, come lo chiamano in molti, “lo stregone di Wolverhampton” per i suoi The Magic Garden nelle West Midlands.
E se quest’aura mistica vi ha conquistato allora lasciate che questo disco faccia il resto, perchè qui di polpa ce n’è per soddisfare centinaia, migliaia o forse più di affamati ascoltatori dato che di fatto più si ascolta l’album e più risulta difficile credere che questo sia il loro debutto.
Dall’opulenta apertura di “Gotta Get Through” fino alla magnifica chiusura con il brano “Orbit (Salmon Of Alaska)” i tre trapiantati a Manchester danno prova di essere perfettamente in grado di gestire la situazione al massimo, tra chitarre distorte e cantanti arrabbiati, colmi di protesta verso un sistema politico quello Inglese, che sembra a questo punto ormai fuori controllo.
“The Ballad Of Winston Smith” vi farà uscire di testa prendendovi per i capelli in qualcosa di tremendamente maturo che va oltre al resto presente nell’album, tra archi nostalgici e cantanti da colonna sonora, questa canzone sarebbe perfetta in un film di James Bond. “Et Tu” ci riporta alla realtà in una atmosfera Garage Rock aggressiva, mentre “Brutus” gioca con la ritmica dalle mille sfaccettature che ricordano Arctic Monkeys, Drenge e Slaves .
Eccoli qui i The Blinders, tre elementi perfettamente amalgamati in grado di confezionare un album veramente interessante dal sapore innovativo ma al contempo che ripropone quella componente rock’n roll old style che tanto si è fatta volere bene nel tempo.