Dopo quattro anni dall’ultimo disco “Life Around the Savage”, torna Jason Quever con i suoi Papercuts, e conferma la sua capacità di confezionare brani che fondono una certa qualità pop con sonorità shoegaze.
L’ascolto non può non far venire in mente i Jesus and Mary Chain, ma in molti passaggi dell’album l’attitudine di Jason nel realizzare ottime melodie leggere e sognanti, riesce a creare un’atmosfera Lo-Fi Pop davvero interessante.
Il brano di apertura, “Mattress On The Floor” sembra quasi un invito, l’apertura di una porta d’ingresso verso un sogno, e ci dà la misura dell’intero lavoro.
A volte non è necessario sperimentare per fare un buon album ma è sufficiente avere buone idee, e Jason ne ha da vendere, infatti su una tela Lo-Fi, i Papercuts dipingono con colori sgargianti.
Gli episodi interessanti sono numerosi come con “Laughing Man” o “How To Quit Smoking ” con chitarra in evidenza e la voce sognante di Jason, e anche con la successiva “Sing To Me Candy” che nei tardi anni 80 sarebbe potuto diventare un brano cult, o con “Clean Living” che ha una chitarra e linea melodica che giustifica chi trova nei Papercuts qualcosa dei Velvet Underground , e infine con “All Along St. Mary’s”, dove invece i riferimenti ai Jesus Mary Chain si fanno sentire parecchio.
L’album chiude con “Looking Through Heather”, ed è una degna chiusura di un lavoro davvero ben riuscito.
I Papercuts non sembrano raccogliere ancora quanto meritano, pur avendo tutte le caratteristiche per crearsi un maggiore seguito e pur raccogliendo sempre critiche positive, denotano forse un certo disinteresse verso un maggiore successo commerciale, che invece sarebbe ampiamente meritato.
“Parallel Universe Blues” rappresenta un ulteriore passo in avanti per i Papercuts che realizzano un lavoro piacevole e interessante, meritevole di essere ascoltato, pertanto mettete le cuffie è iniziate a sognare.