Anche nelle migliori famiglie come IFB ci sono pareri discordanti su certi dischi. Di solito ci fidiamo e accettiamo il verdetto del nostro recensore, ma per certe uscite molto importanti e in grado e di dividere la critica, abbiamo pensato a un diritto di replica, una seconda recensione che potrebbe cambiare le carte in tavola rispetto alla precedente. Voi scegliere quella che preferite “…

VOTO OTHER SIDE: 8
Leggi la recensione negativa di “Simulation Theory”

La cosa che ho pensato quando per la prima volta ho visto la copertina di “Simulation Theory”, era che non preannunciasse nulla di buono, che una copertina così vintage e pacchiana, da B-movie di fantascienza, fosse l’anticipo di un album altrettanto deludente.

Avrei dovuto invece ricordarmi di quello che cantavano gli ABC negli anni 80, “… If you judge a book by the cover …I hope you’ll soon recover”, avrei dovuto drizzare le orecchie visto che si chiama Kyle Lambert l’autore della copertina (immediato cambio di idea la copertina e’ meravigliosa) , quello che ha realizzato le locandine di “Stranger Things” , “Jurassic Park” , e molti altri, artista assolutamente formidabile, avrei infine dovuto osservare meglio i loro primi video con maggiore attenzione, e forse avrei capito che i riferimenti andavano a braccetto con una scelta stilistica diversa, forse criticabile ma interessante, abbastanza da meritare una certa attenzione.

Prima di ascoltare l’album mi sono rivisto con calma i video, mi sono gustato tutte le varie citazioni cinematografiche, spesso abbastanza esplicite, che vanno da “Tron” passano per i “Gremlins”, “Ritorno al Futuro , qualche pizzico di” Flashdance” e molto altro, e alla fine mi sono convinto che mi trovavo di fronte ad un album da non sottovalutare, che si preannunciava in bilico tra presente e futuro, che dava la stessa strana sensazione che si ha quando si gioca, su una console di ultima generazione, con un retro game.

è innegabile che questo sia un album con meno chitarra e più elettronica, un album che qualcuno potrebbe trovare troppo pop, e che può disturbare i puristi del rock, che se non sentono almeno tre o quattro assoli di chitarra ad album gli si tappano le orecchie , ma che resta comunque, a ben ascoltare, un album totalmente a marchio Muse dall’inizio alla fine, pieno di brani riusciti che quando saranno eseguiti live faranno sicuramente cambiare idea a molti scettici e a tutti quelli che ancora non hanno ben capito cosa sono i Muse.

Diciamolo chiaramente i Muse sono sempre stati sopra le righe, un po’ ruffiani nei confronti del pubblico, con i loro live così pieni, a volte anche troppo pieni, con il loro sound così carico, sinfonico, esagerato (.. Troppe note signor Bellamy esclamò Giuseppe II) , ma che alla fine dei conti esprime un’arrogante stravaganza decisamente unica, questo ultimo lavoro ne e’ un esempio dei più evidenti, un affascinante insieme di paraculaggine e bravura .

Il brano di apertura “Algorithm” ci fa subito fare il pieno di synth pop, la band cerca di prepararci e circuirci, e devo dire che ci riesce facilmente.

“The Dark Side” e “Pressure” confermano un inizio brillante, “Propaganda”, prodotta da Timbaland, con inserzione alla Skrillex, già  sentito in album precedenti, è un richiamo al sound di Prince.

Un attimo di riposo con ” Something Human”, e poi si riparte a tutta forza, “Thought Contagion” , che brilla tra cori e doppie voci , una citazione la meritano “Dig Down” e “The Void” che sono la degna conclusione di un album davvero divertente e che auguro a tutti di ascoltare presto ai loro live.

Le varie uscite deluxe e super Deluxe offrono versioni alternative, spesso spogliate dell’elettronica, molto interessanti come per “Pressure” (ft. UCLA Bruin Marching Band),un vero spettacolo, o come “Propaganda” (Acoustic Version).

Con “Simulation Theory” , i Muse, fanno ancora centro, si divertono e fanno divertire, dimostrano di avere il serbatoio pieno e realizzano un album di piccole gemme, da ascoltare e gustarsi al più presto ai loro prossimi live.