Novembre. Non poteva esserci mese migliore per l’uscita di questo “Sense By Erosion”, terzo album dei padovani Winter Dust. Le sfumature e i colori tipici del periodo a cavallo tra l’autunno e l’inverno sfiorano le otto tracce scritte ed eseguite da quattro Marco (Vezzaro, voce e chitarra; Belloni, tastiere; Lezzerini, basso; Macchini, batteria), un Fabio (Gallato, chitarra) e un Carlo (Belloni, sintetizzatore) per dar vita a un post-rock quasi completamente strumentale ma dalla carica evocativa fortissima, in grado di toccare nel profondo l’animo dell’ascoltatore grazie a generose spolverate di emo e hardcore.
Se la maggior parte dei brani di “Sense By Erosion” supera abbondantemente i cinque minuti di durata un motivo c’è: i Winter Dust hanno tanto da dirci, ma preferiscono lasciar parlare quasi esclusivamente la musica. La voce fa la sua comparsa solo in pochi episodi – come nell’oscura ed epica “Duration Of Gloom” o nella rabbiosa “Furnace” – ma assolve una funzione fondamentale: mettere l’accento nei punti più intensi, quelli in grado di smuoverci tanto le viscere quanto il cuore.
La band veneta ci porta fare un giro su un ottovolante di emozioni e sensazioni, passando con nonchalance dalla quiete alla tempesta nelle malinconiche “My Friends Are Leaving Town” e “Cruel June”, o ancora donandoci bricioli di calore e serenità nelle shoegazey “Disharmony” e “Cruel June”. Un disco da infilare in una bella playlist post-rock pre-natalizia insieme a Isis, Jesu, Explosions In The Sky e American Football per poi goderselo in cuffia, “assaporando” i primi freddi invernali mentre si calpestano le foglie secche sui marciapiedi.