Brainfeeder, l’etichetta di Flying Lotus, compie oggi 10 anni.
Per festeggiare, è stata realizzata una compilation in due volumi, “Brainfeeder X”, per un totale di 36 tracce. Sei di queste celebrano i più grandi successi della casa discografica, ad esempio, “Them Changes” e “Friend Zone” (in un remix di Ross from Friends) del bassista losangelino Thundercat. Le altre ventidue, invece, sono inediti dal piglio più elettronico.
Di Kamasi Washington, che deve la pubblicazione del suo album più importante, “The Epic”, proprio alla Brainfeeder, non c’è traccia. Tornano anzi, le atmosfere più intimiste di Thom Yorke (“Group Tea” di Matthewdavid, Flying Lotus) e uno sviluppo più orientato verso la musica tencho, house o hip hop come testimoniano figure quali Mr. Oizo, Iglooghost, TOKiMONSTA.
Dei generi più tradizionali, come funk, soul o jazz c’è davvero poco se non in una chiave più sperimentale che, come afferma la Brainfeeder stessa, va al di là della categorizzazione di un genere e si propone di addentrarsi in campi di ricerca ancora sconosciuti attraverso artisti “in-between” il cui credo si riassume in “the wildest style will always reign supreme”.
Lotus e compagnia vogliono porsi come redivivi del jazz sfruttando l’enorme potenziale che oggigiorno offre la tecnologia ed inaugurando così una nuova fase evolutiva del genere.
Una forte connotazione ideologica a cui però la musica non sembra sempre rendere giustizia: si tratta di un trampolino di lancio per molti artisti nuovi e solo il tempo potrà dirci se effettivamente è musica innovatrice o qualcosa di cui possiamo fare a meno.
Non mancano, tuttavia, pezzi interessanti e “King of the Hill” ne è un esempio: i tre immaginari inquietanti di Matthew Tavares (tastierista dei BBNG), Thundercat e Flying Lotus s’incontrano e incastrano perfettamente. Il pezzo è probabilmente quello che meglio rappresenta i nuovi orizzonti della black music contemporanea e spingono a dare una chance a questa chicca sui generis.