di Corrado Cigna
A Natale del 1997 usciva “Gran Turismo”, un videogioco che avrebbe cambiato il modo di giocare di molti giovani (e non). Neanche un anno dopo (ottobre 1998) usciva un altro “Gran Turismo”, questa volta un “compact disc” (erano gli anni ’90 ricordiamocelo) di 43 minuti che avrebbe cambiato definitivamente la vita di cinque musicisti di Jönköping (Svezia), tali Cardigans, fino ad allora alle prese con un indie pop frizzante e spensierato, vendendo oltre 3 milioni di copie nel mondo. Se tu che stai leggendo hai un’eta’ compresa tra I 35 e I 50 anni ti sarai almeno trovato una volta a una serata indie, pop, rock, o a una festa e avrai ballato sulle note di “Erase / Rewind” o “My Favourite Game”. Un album oscuro e decisamente non allegro, un disco “triste e solitario” con canzoni descritte come “ferite aperte” dalla stessa cantante Nina Persson.
Trattandosi di un album importante per la band, vuoi non mettere da parte il fatto che, nonostante il gruppo non abbia pubblicato un album da oltre dieci anni (l’ultimo “Super Extra Gravity” risale al 2007), non si decida di rimettersi per strada e portare avanti l’ormai tradizione mondiale (ahime’) di fare un mini tour celebrativo per I 20 anni? E ovviamente, vuoi non mancare?
E’ un fresco martedi’ sera scozzese, l’attesa (almeno per il sottoscritto) nel rivedere la divina creatura Persson e’ tanta. Apre il concerto Jenny Wilson, “a friend of The Cardigans” come si annuncia la stessa, la voce dei defunti “First Floor Power”, amica soprattutto di Karin (cantante dei “The Knife” e “Fever Ray”) da cui ha ricavato, adattato e copiato lo stile sia musicale che visivo. Una performance che passa relativamente inosservata.
Alle 9.15 puntuali partono le note di “Paralyzed” che inizia con “This is where your sanity gives in” (questo e’ dove la tua lucidita’ ti abbandona), quasi un messaggio funereo. Si procede con “Erase / Rewind” che tutti conosciamo, la tristemente meravigliosa “Explode”, “Hanging Around” che trasuda ABBA da tutte le parti. E via fino all’altra conosciuta “My Favourite Game” (passando per “Higher” e “Marvel Hill”) per finire con la “country”ggiante “Junk Of The Hearts” e la strumentale “Nil”. Nina e’ concentrata, la sua voce e’ potente e emozionante, I suoi gesti rapidi. Una cantante meravigliosa, lo e’ sempre stata e sempre lo sara’, sia coi Cardigans che con gli A Camp, che solista.
Finisce la prima parte, ma ci sono ancora 45 minuti dove la band ripesca I momenti migliori dei due album post “Gran Turismo”, il capolavoro che e’ “Long Gone Before Daylight” e l’ultimo (per data) “Super Extra Gravity”. Si parte con “Live And Learn” (anche se manca Ebbot dei TSOOL e si sente, ma Magnus ne fa le veci), si procede con (la mia preferita in assoluto) “For What It’s Worth” (struggente e di certo non allegra soprattutto su “and we had fun fun fun till I said I love you“), “And Then You Kissed Me”, “Don’t Blame Your Daughter”, “You’re the Storm” e la trascinante “I Need Some Fine Wine and You, You Need to Be Nicer”.
Ma non e’ ancora finita nonostante il coprifuoco si avvicina (puntuale alle 11). Parte “Communication” (“and I disconnect” in tutti I sensi) e poi Nina chiede se ci ricordiamo degli anni 90″… e ci regala “Carnival” (tutto parti’ da qui, era il 1995, era il periodo magico del Britpop, ma questo e’ un altro capitolo) e “Lovefool” (non poteva non mancare).
Finale con “03.45 No Sleep” e a casa. Un’altra serata memorabile, God bless Sweden, forever and ever amen! “Vi ses nästa gang” come dicono a Jönköping.
Setlist: