#10) TY SEGALL
Freedom’s Goblin
[DRAG CITY RECORDS]
LEGGI LA RECENSIONE

So com’è Ty Segall, i pezzi sono, a volte, prevedibili se hai ascoltato tutta la sua lunga discografia, ma a volte sorprende, come ad esempio in questo “Freedom’s Goblin”: un bel calderone dove buttare giù di tutto. In più aggiunge le parti di fiati e lo arricchisce non di poco. Non siamo ancora ad i fasti di “Emotional Mugger”, ma ci stiamo avvicinando.

#9) DEATH GRIPS
Year of the Snitch
[Third Worlds]
LEGGI LA RECENSIONE

Tornano, più sudati e cattivi di prima. Questo album per me è stata una sorpresa, sopratutto per il suono e la composizione dei pezzi, lontani anni luce dai lavori precedent. Puntano al futuro, ormai i Death Grips sono una garanzia sulla nuova scena Experimental Hip Hop.

#8) GUIDED BY VOICES
Space Gun
[Rockathon Records]
LEGGI LA RECENSIONE

Robert Pollard è un genio, il fatto che riesca a gestire tantissimi gruppi che quasi annualmente fanno uscire uno o più album lo rende uno dei songwriter più produttivi del ventunesimo secolo, se poi gli album sono belli come “Space Gun”, beh, è una sicurezza in più e vi   assicuro che non è affatto banale.

#7) CALIBRO 35
Decade
[Records Kicks]
LEGGI LA RECENSIONE

Una sorpresa quasi inaspettata, dopo “S.P.A.C.E.” che, sinceramente, mi aveva un po’ deluso questo “Decade” fa l’opposto, prende ciò che era conosciuto dei Calibro, ovvero il cinematic funk è lo butta via (metaforicamente parlando) per far spazio a qualcosa di originale e più bello da sentire, consiglio di vederli live, “spaziali”.

#6)PARQUET COURTS
Wide Awake
[Rough Trade]
LEGGI LA RECENSIONE

Dopo “Milano”, l’album collaborativo con Daniele Luppi (spoiler…lo adoro) tornano con un album punk vecchia scuola, ultragodibile, la cosa bella è che si discosta da quello che solitamente fanno, cercando sempre di portare qualcosa di nuovo. Si avvicinano molto a quel capolavoro che è (per me) “Human Performance”; una band che rispetto parecchio per la loro arte e le loro idee.

#5) ALTIN GUN
On
[Les Disques Bongo Joe]

Scoperti da poco ed è subito amore, anche se hanno un impostazione classica per quanto concerne la psichedelia. Hanno un vantaggio/svantaggio, che cantano in turco che però, nel cotesto, ci sta pure bene, in più aggiungete che il BaÄŸlama, come strumento nella band, è originale: dalla Turchia con Amore.

#4)THE GARDEN
Mirror Might Steal Your Charm
[Epitaph Records]

Quei pazzi dei fratelli Shears hanno sfornato un piccolo capolavoro, un album talmente particolare che non lo riesco a classificare, talmente complesso che è quasi “Zappiano” , insomma, tanta roba, se vi piace l’estremizzazione ma con un tocco di art punk mi sa che è l’album che fa per voi.

#3) USSSY
Voyage
[Koolarrow Records]

Gli sconosciuti Usssy, dalla cara madrepatria russa hanno dedicato anima e corpo a questo lavoro, anche perchè, dopo 10 album, sono riusciti a creare (come dico io) il ‘microtonal madness’, psicotico e senza alcun freno: una treno impazzito che sforna punk “estremo”, sarò sincero, questo autunno me lo sono divorato e sono estremamente curioso di vederli live.

#2) BULLDADA
What a Buch of Bulldada
[Autoprodotto]
LEGGI LA RECENSIONE

Bulldada nasce dalle ceneri di un progetto prog. Lo stile di questa band è tutto tranne che banale: un lo-fi prog garage che rende fresco ed interessante questo album: potrebbe essere l’inizio di un nuovo genere come fu per gli Jank? Staremo a vedere, Mike Osso sei un pazzo, ma ti voglio un sacco bene, sappilo.

#1) CRACK CLOUD
Crack Cloud
[Deranged Records, Meat Machine]

Dopo due ep tornano i Crack Cloud con il loro primo album, che , alla fine è l’unione dei ep citati prima, ma allora perchèsta  in prima posizione? Per T U T T O. Suoni, testi e videoclip, tutto in questa band è estremamente originale: un post punk contorto a tratti e, nonostante siano in sette a suonare, riescono a creare questo suono cosi arido e secco che non puoi non rimanere estasiato dallo shock: il mio best album di quest’anno.