Le Death Valley Girls sono state tra le protagoniste del Beaches Brew Festival di Marina di Ravenna dello scorso anno. La band garage-rock californiana capitanata da Bonnie Bloomgarden (e fondata da Patty Schemel delle Hole, che però ha abbandonato presto il progetto) ha pubblicato il suo terzo album, “Darkness Rains”, lo scorso ottobre via Suicide Squeeze Records e noi di Indieforbunnies.com abbiamo approfittato di questa occasione per contattarla via e-mail e farci raccontare, oltre che del nuovo disco, dei suoi numerosissimi ospiti, delle influenze, delle cassette e dei vinili e ovviamente di Iggy Pop, con cui hanno girato un video. Ecco cosa ci hanno detto:
Ciao, come state? Benvenute sulle pagine di Indieforbunnies.com. Vi ho viste live lo scorso anno al Beaches Brew Festival sulla spiaggia a Marina Di Ravenna: che set pieno di energia! Avete in programma di ritornare presto a suonare in Italia?
Sì, abbiamo in programma di tornare in Europa e nel Regno Unito nell’anno nuovo. Siamo entusiaste di tornare a suonare dalle vostre parti!
Il vostro terzo album, “Darkness Rains”, uscirà tra pochissimo tempo: che cosa ci potete dire riguardo al suo titolo? Da dove proviene? Ha un significato particolare?
Il titolo è un nome”… il nome del cane che vive nello studio in cui abbiamo registrato a Echo Park, California. Il nome del nostro produttore è Mark Rains e quello del suo cane è Darkness“… Darkness Rains! Darkness è una creatura unica, la sola che è stata fatta!
Nel nuovo disco ci sono parecchi ospiti (Alana Amran, Laura Harris, Shannon Lay, Laura Kelsey e componenti di The Shivas, The Make Up e Moaning): queste collaborazioni che cosa hanno portato al vostro sound?
E’ stato molto divertente portare dei nostri amici nello studio per aiutarci su parte della nostra musica: una sezione ritmica molto solida con Alana e Laura insieme a The Kid e Pickle in alcune canzoni. Marc Cisneros (The Make Up / Des Demonas / Kid Congo) e Sean Solomon (Moaning) hanno aggiunto un po’ di sax al mix – come noi avevamo sempre desiderato – mentre Shannon Lay (Feels / solo), Kristen Leonard (The Shivas) e Alexandra James (Twin Temple) alcuni fantastici e magici backing vocals. Queste collaborazioni ci hanno aiutato a spingerci maggiormente in avanti a livello musicale ed è stata un’ispirazione poter lavorare con un gruppo di persone così talentuose!
Che cosa ci potete dire del vostro processo creativo? C’è qualche persona in particolare nella vostra band che scrive la musica o i testi o si tratta di qualcosa di collaborativo? Di solito cosa viene prima, i testi o la musica?
Bonnie scrive tutti i testi e Bonnie e Larry scrivono la musica, ma noi collaboriamo anche il bassista e il batterista con cui suoniamo, così possiamo avere prospettive differenti delle canzoni e provare idee che di solito non ci vengono in mente. I testi e la musica arrivano in maniera piuttosto casuale, a volte Bonnie ha già qualche testo pronto o Larry ha qualche idea musicale già registrata, ma non abbiamo un sistema preciso su come creare le canzoni.
Quali sono state le vostre principali influenze, sia musicali che non musicali, per il vostro nuovo album? Di che cosa parlano i vostri testi?
Per questo disco le nostre influenze non sono state molto differenti rispetto alle nostre solite, che sono film e libri sulle attività paranormali / UFO / Viaggi nel tempo e cani: questi sono i temi toccati nei nostri testi. Questa volta anche il nostro attuale clima politico è stato un’influenza e soprattutto il modo con cui colpisce le persone. Musicalmente stavamo ascoltando molti dei nostri preferiti come ispirazione ““ Black Sabbath, Iggy Pop, UFO, punk degli anni ’60 e ’70, ecc.
Quali sono stati i maggiori cambiamenti rispetto ai vostri lavori precedenti?
Un suono più definito e una confidenza leggermente maggiore nel nostro modo di scrivere le canzoni: ci siamo prese un po’ più di tempo per questo disco rispetto ai soliti due giorni!
Su questo disco ci sono molti riff pesanti, ma in certi momenti sembra un po’ più poppy: il vostro singolo, “Disaster (Is What We’re After)”, per esempio, ha una brillante linea melodica e perfino un sax. E’ stato fatto intenzionalmente?
Non proprio intenzionalmente, facciamo semplicemente ciò che ci piace mentre scriviamo una canzone e, se suona poppy e piace a tutti noi, allora siamo contente!
Iggy Pop appare nel video del vostro primo singolo, “Disaster (Is What We’re After)”: ci potete raccontare come è nata questa collaborazione? Che cosa ha significato per voi riuscire a lavorare con un’icona come lui?
Kansas Bowling, la regista, aveva il sogno di realizzare questo video, così ci ha detto che avrebbe voluto renderlo realtà . Iggy aveva passato la nostra musica nel suo show, “Iggy Confidential”, sulla BBC, così ci conosceva, ma avere lui nel nostro video ci sembrava piuttosto inverosimile, così abbiamo lasciato fare a Kansas, che è stata in grado di contattarlo e lui ha detto di sì! La mossa successiva è stata andare a Miami, dove vive Iggy, uscire con lui e girare un video. Per noi significava veramente tantissimo poter incontrarlo e uscire con un eroe e un’ispirazione come lui: è un sogno divenuto realtà !
L’ultimo brano, “TV In Jail On Mars”, è il più lungo, ma anche il più tranquillo del vostro album: sembra piuttosto ipnotica. C’è qualche influenza psichedelica?
Sì. Credo che l’influenza psichedelica su quella canzone sia ispirata più dallo stile krautrock di psichedelia ipnotica, molte ripetizioni e canti, come Amon Dà¼à¼l e Ash Ra Tempel.
Ho visto che avete realizzato il vostro nuovo album sia su vinile che su cassetta, due formati che sono ritornati ancora piuttosto popolari dopo parecchi anni: che cosa ne pensate? Vi piacciono?
Li amiamo e per noi non sono mai andati fuori moda. Siamo molto contenti di avere il nostro album su questi due formati. Hanno un aspetto fantastico e suonano entrambi molto bene!
Avete qualche nuova band o musicista interessante da suggerire ai nostri lettori?
Ecco qua alcune ottime nuove band che ci piacciono molto: Surfbort, Amyl & The Sniffers, Des Demonas, Secret Stare, Salt Lick, Crypt Trip, Axis Sova, Cat Scan“… solo per citarne alcune.
Un’ultima domanda: per piacere potete scegliere una vostra canzone, vecchia o nuova, da utilizzare come soundtrack di questa intervista?
“TV In Jail On Mars” va bene per l’intervista perchè in vinile non ha una fine. Va avanti all’infinito, così non dobbiamo alzarci e cambiare il disco a metà intervista!
Photo: Deb Frazin