Hype o non hype, indie o non indie, se La Rappresentante di Lista fosse andata a X Factor staremmo a parlare dei nuovi Maneskine o di “una delle voci italiane più belle degli ultimi anni”. Il duo composto da Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina strizza l’occhio a sonorità elettroniche molto pop, ma più profonde e imprevedibili di quanto si possa credere. Qualcuno ha gridato al miracolo, altri hanno cercato di ridimensionare le aspettative, ma facciamo un passo indietro: La Rappresentante di Lista. 2014 “(per la) Via di casa”, 2015-2016 “Bu Bu Sad” e nel 2018 “Go Go Diva”. Primi due con Garrincha, poi Woodworm.
Interessanti i primi due lavori, ma mai tanto discussi come quest’ultimo. C’è chi inserisce l’album tra i migliori dell’anno e chi li disprezza perchè hanno (abbastanza) fomentato il mondo indie, sempre pronto a cercare la novità per poi esporre la spilletta con scritto “L’avevo detto prima io”.
Tuttavia, chiude l’anno un album decisamente interessante. Hype motivato? Possibile, finalmente in molti hanno riconosciuto una bella voce, che ha carattere, che si distingue, accompagnata da una sonorità e una scrittura di tutto rispetto.
Siamo un po’ troppo abituati ad associare la “nuova” musica italiana a una moda, un fenomeno più di costume che semplicemente musicale, con quest’ultimo aspetto che passa in secondo piano. La Rappresentante di Lista con “Go go diva” riesce a scardinare questo concetto. Chiaramente non ha raggiunto la fama di un Calcutta o di un Tommaso Paradiso, forse neanche di un Gazzelle, ma è innegabile ammettere la loro qualità –
Accostare “Giovane femmina” a “Questo corpo” fa emergere innanzitutto la padronanza su sonorità elettroniche ad altre più “classiche”, ma, l’aspetto fondamentale è la profondità dei testi: “A me non piace niente, e non mi piace nessuno. Questo corpo che è stato una festa, pieno di falsi amori, pieno di peli. Verrò con tutto il mio cuore a dirti “cosa credi?”. Questo corpo che mi vuole bene, anche se cade non succede niente. è una promessa che faccio a me stessa: io mi riprendo quello che mi hai portato via” e “Io sono la giovane femmina. Adesso che bevo, voglio ancora la sete. Io sono la giovane femmina. Adesso che parli voglio solo che taci. Io che lingua parlo, con che lingua tu mi baci”: il punto di vista femminile prende il dominio. Cambia il corpo, la mente, da ragazza a donna. Di donne carismatiche che hanno raccontato la femminilità , l’essere donna ce ne sono diverse, tra le tante come non citare Levante; anche Veronica Lucchesi ha saputo prendersi il suo spazio trovando il giusto peso nelle parole dei testi. Che ai ragazzi non mancava il coraggio, comunque, lo si poteva notare guardando la copertina dell’album o grazie a brani come “Guarda come sono diventata”.
Intrecciano bene spunti pop spiccatamente radiofonici come con “Ti Amo (nanana)” o “Maledetta Tenerezza” (in quest’ottica è la canzone più riuscita dell’album, sfido chiunque a non ricordarsi il ritornello dopo un ascolto) a pièce artistiche di classe con “Panico”, quasi una maschera teatrale in versione canzone, e non è da tutti.
Le canzoni de La Rappresentante di Lista meritano di essere approfondite, ascoltate con attenzione, perchè sono uno specchio importante di una generazione frenetica nella sua liquidità , ma fragile nei rapporti umani e sentire questa sincerità disarmante fa riflettere.
Che “Go go diva” sia l’album della consacrazione?